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You Like It Darker – Salto nel buio – Stephen King (Recensioni)
Per festeggiare i 50 anni di carriera dal suo primo libro, Stephen King dà alle stampe una raccolta che contiene pezzi del suo presente e del suo passato.
50 anni di carriera e più di 80 libri all’attivo. Qualcosa di spaventoso, che solo il 77enne Re del Brivido Stephen King poteva fare. È del 1974 “Carrie”, e nel 2024, con ancora tanta benzina in corpo, arriva “You Like It Darker – Salto nel buio”.
Quando si è percorsa tanta strada, c’è la possibilità di giocare con le produzioni passate, e lo scrittore del Maine non si lascia scappare l’opportunità: dei dodici racconti contenuti nell’antologia, uno è il prosieguo di un suo famoso romanzo degli anni ’80, e ha le stesse ambientazioni di un ulteriore libro precedente, molto acclamato (e si scopre così anche cosa è successo dopo la parola “fine” messa a suo tempo, gioco già fatto con “Shining”, 1977, e “Doctor Sleep”, 2013).
L’inedito “Serpenti a sonagli”, infatti, vede come protagonista il padre dello sfortunato bambino protagonista, suo malgrado, con la madre, in “Cujo”, 1981. Qui Vic Trenton, padre del bambino Tad, deve elaborare non solo il vecchio lutto per il figlio, ma anche quello recente per la moglie. Solo che cadrà, come si suol dire, dalla padella alla brace, quando avrà a che fare con una sorta molto particolare di bambini vampiri, per di più in un luogo, Duma Key, al centro dell’omonimo, e terrificante, “Duma Key”, 2008. Un salto nel passato che, a mio avviso, già vale da solo l’acquisto del libro.
La qualità di Stephen King non è solo saper autocitarsi, com’è ovvio. Basti pensare a “L’incubo di Danny Coughlin”, lunga storia non sovrannaturale (tranne l’inizio che dà il la alle vicende) su un errore giudiziario che sconvolge la vita del protagonista. Bello il gioco di parole sull’incubo che vive Danny, che è sì quello letterale all’inizio, ma anche tutto ciò che gli accade dopo.
Difficile non citare tutti i racconti, dato lo stile di scrittura che imprigiona il lettore, e il modo in cui le trame si sviluppano. Ma il primo e l’ultimo, “Due bastardi di talento” e il toccante “L’uomo delle risposte”, valgono un discorso a parte. Da anni, da quando King ha lasciato definitivamente la giovinezza, diciamo così, i protagonisti sono anziani (ci sono perfino gli anziani serial killer e cannibali di “Holly”). Di tutti i ceti sociali, ma più spesso benestanti e che fanno un bilancio della propria vita. Nelle storie che aprono e chiudono “You Like It Darker”, difatti, troviamo dei novantenni in cui è difficile non vederci ciò che pensa l’autore di se stesso.
Un modo per mettere su carta i propri demoni, e nel fare un bilancio resta qualcosa al vero King, avulso dai veli con cui ammanta la sua stessa personalità nei suoi personaggi. Ne è un esempio il ringraziamento finale a Jonh D. MacDonald, scrittore scomparso nel 1986 e grande amico di un giovane e imberbe Re del Brivido. Ricordavo di averlo già letto, infatti sfogliando le mie vecchie copie dei primi libri, che tengo in gran conto perché posseggo edizioni speciali o fuori catalogo, ho trovato l’introduzione, a firma MacDonald, alla prima raccolta di racconti, “A volte ritornano”, del 1978. 46 anni fa, il Maestro che lanciava l’allievo. Oggi, il Maestro ha un nuovo nome, ma forse non sarebbe arrivato dov’è senza i grandi del passato, più o meno recente, che hanno creduto in lui.
Titolo originale
|
You Like It Darker |
Autore
|
Stephen King |
Anno pubblicazione
|
2024 |
Lingua originale
|
Inglese |
Genere
|
Raccolta di racconti |
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Stampa l'articolo | Questo articolo è stato pubblicato da Paolo il 28 gennaio 2025 alle 08:00, ed è archiviato come raccolta di racconti, Raccolta Stephen King, Recensioni. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso RSS 2.0. Puoi pubblicare un commento o segnalare un trackback dal tuo sito. |