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Sleeping Beauties – Stephen King & Owen King (Recensioni)
Cosa accadrebbe al mondo se tutte le donne si addormentassero? Questa la domanda che Stephen King e il figlio Owen King si pongono.
L’idea iniziale, l’impossibilità per le donne di addormentarsi perché verrebbero avvolte da un bozzolo simile a quello da cui nascono le falene, è potente e molto visiva (non a caso sono stati venduti i diritti per un futuro film ancor prima che venisse pubblicato il romanzo). Ma Stephen King e Owen King vanno oltre e, con “Sleeping Beauties”, mettono molta altra carne sul fuoco.
Tutti gli eventi legati all’Aurora, come viene definita la malattia che colpisce le donne, vengono esaminati solo dalla piccola cittadina di Dooling, come piace a King, già con “L’ombra dello scorpione”, “Cell” e le altre storie in cui a essere colpito è tutto il mondo. La storia, all’inizio, è di puro stampo femminista, filone già esplorato con “La storia di Lisey” e “Dolores Claiborne”, per citarne due. In realtà anche troppo, con elementi ridondanti, ma con il passare delle pagine viene detto molto di più: il personaggio di Frank Geary, la moglie Elaine e la figlia Nana, ad esempio. Frank Geary, accalappiacani locale, con molti episodi di esplosioni di rabbia incontrollata, vede il matrimonio legato a un filo, fin quando moglie e figlia si addormentano, e lui fissa come obiettivo Evie Black, ragazza colpevole di un oscuro duplice omicidio, attorno a cui gravitano Clint Norcross, psicologo del carcere femminile nel quale la donna viene rinchiusa, e la moglie Lila, sceriffo della polizia di Dooling. Evie Black sembra essere l’unica immune alla malattia, e Frank crede che lei possa guarire la figlia.
Tra ambientazioni alla “Orange is the new black” e una cittadina allo sbando, quasi senza donne, serpeggia la follia di uomini senza guida. Non so quale sia stato l’apporto di Owen King sui personaggi, ma ne segnalo due, Drew T. Barry, assicuratore che prende sempre più spazio nella storia, e Vanessa Lampley, guardia carceraria dall’energia infinita che mi ha ricordato tantissimo, fisicamente, Lea DeLaria, e che spero sarà chiamata per quel ruolo nella trasposizione cinematografica (che ci sarà sicuramente, Stephen King è forse l’autore che vanta più film e serie televisive tratte dai propri libri). Drew T. Barry e Vanessa Lampley hanno uno sviluppo del personaggio davvero notevole e addirittura non comune al modus operandi di Stephen King.
Non mancano i cattivi puri, come la guardia carceraria Don Peters, ma per il resto i ruoli cambiano continuamente, nota positiva in un romanzo vivo e che, pagina dopo pagina, arriva a un finale amaro per molti abitanti di Dooling. Più che in altri casi (forse c’è lo zampino di Owen), il finale chiude sì le vicende, ma quasi senza lieto fine.
Ne escono fuori oltre 600 pagine che si fanno leggere con curiosità, e grazie ai molti personaggi i due autori si sono concessi il lusso di tenere il lettore sulle spine a lungo, per curare al meglio tutto ciò che accade, in carcere, nella cittadina di Dooling e nella realtà alternativa, il Nostro Posto. Scelta vincente.
Titolo originale
|
Sleeping Beauties |
Autore
|
Stephen King & Owen King |
Anno pubblicazione
|
2017 |
Lingua originale
|
Inglese |
Genere
|
Horror |
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Stampa l'articolo | Questo articolo è stato pubblicato da Paolo il 28 gennaio 2018 alle 08:00, ed è archiviato come horror, Raccolta Stephen King, Recensioni. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso RSS 2.0. Puoi pubblicare un commento o segnalare un trackback dal tuo sito. |