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Recupero dell’essenziale – Michela Zanarella (Recensioni)
La poesia che parla a tutti non è facile da scrivere o leggere, ed è una cosa che Michela Zanarella sa bene.
“Recupero dell’essenziale”, che fa un passo in avanti nella scoperta di sé e dell’altro, nel senso più largo del termine, rispetto alla sua produzione letteraria, porta Michela Zanarella a parlare di morte, del tempo che passa e delle stagioni. E riesce a farlo senza appesantire il testo, anzi impreziosendolo.
Accade perché la poetessa, già tradotta in diverse lingue e vincitrice di numerosi concorsi, sa cosa sta facendo, in ogni pagina. La differenza non si nota solo rispetto a “Sensualità”, del 2011, ma già se si confronta a “La filosofia del sole”, del 2020. Dal 2011 al 2022 c’è stata ovviamente una crescita dell’autrice, ma notarla a soli due anni di distanza (seppur il 2020 è stato peculiare per l’intera umanità) dà l’idea di quanta passione ci sia dietro.
Nella prefazione, di Dante Maffia, poeta che non ha bisogno di presentazioni, e nella postfazione di Anna Santoliquido, si fa riferimento appunto a ciò. Santoliquido, per esempio, scrive che “Il pensiero della morte è comunicato con naturalezza“ e “Filosofia e spiritualità si intersecano e conferiscono vigore alla pagina che dispensa pensieri maturi che colpiscono il lettore”.
Ebbene, non sono doti da poco, ma nel libro c’è dell’altro. Come in Resteranno forse le parole, poesia di cui mi ha colpito il finale: “Inventavamo il cuore degli astri / perché speravamo un giorno / di sfociare proprio dietro la luna / nel flusso di stelle trascritte a vita sul tempo”. Quattro versi, a mio avviso, in cui è racchiuso tutto il volume: spesso si parla di stagioni, tanto che l’estate e l’autunno vengono nominate più volte, e lo stesso vale per la neve, che richiama l’inverno. Poi si parla di morte (Sapere che tutto è provvisorio), dell’infanzia, tema molto caro alla poetessa (Un tempo addentavamo pane spensierati, Eppure vengo da un’estate di fieno e altre) e di quel che la circonda.
Perché compito del poeta è vedere con occhi diversi il più piccolo particolare, tanto da farlo suo, come scrive Zanarella in E si riaprono gli argini della memoria: “Anche il cielo ha riconosciuto / che siamo capaci di amare / di innamorarci del filo d’erba”.
Cosa traspare quindi da “Recupero dell’essenziale”? Credo che l’autrice abbia raggiunto un grado di maturità tale da poter affrontare qualsiasi tema, e tale da poter capire, davvero, gli aspetti importanti della vita. Quando un’esperienza simile viene messa al servizio della poesia, non si può far altro che sedersi e assaporare ogni verso con tutti i sensi.
Titolo originale
|
Recupero dell’essenziale |
Autore
|
Michela Zanarella |
Anno pubblicazione
|
2022 |
Lingua originale
|
Italiano |
Genere
|
Silloge di poesie |
Editore
|
Interno Libri Edizioni |
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Stampa l'articolo | Questo articolo è stato pubblicato da Paolo il 27 ottobre 2022 alle 08:00, ed è archiviato come Recensioni, silloge di poesie. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso RSS 2.0. Puoi pubblicare un commento o segnalare un trackback dal tuo sito. |