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Recensione: Unico indizio: la luna piena – Stephen King
Questo libro di Stephen King è nato da un’idea bislacca che venne proposta all’autore statunitense, e che lui subito sposò, forse proprio per la stranezza. Le vicende che portarono alla realizzazione di questa storia, narrata comunque nell’introduzione, sono degne di nota.
King, durante un convegno sulla scrittura, venne avvicinato, tra gli altri, da un uomo che gli fece una proposta riguardo la scrittura di un romanzo brevissimo, diviso in dodici episodi e da pubblicare su un… calendario. Sì, i capitoli avrebbero dovuto essere di circa 500 parole e sarebbero andati sul calendario, corredati da una immagine ad accompagnare ogni mese e quindi ogni capitolo. Un esempio più vicino a noi, dal punto di vista sia spaziale che temporale, l’abbiamo nel calendario 2005 dei Carabinieri che ospitava, oltre alle tradizionali immagini, anche una storia di Camilleri, divisa secondo lo stesso principio del lavoro di King.
Nella versione pubblicata come libro, la dodicesima parte è molto più lunga e fa giungere la storia alla fine. Il lupo mannaro protagonista, dopo aver portato la morte nel piccolo centro in cui vive senza sapere, con il sole alto in cielo, di trasformarsi nottetempo, viene finalmente braccato. Più che un libro da leggere, è da collezionare, specialmente se, come me, riuscite a mettere le mani sulla versione deluxe, uscita fuori produzione da almeno un decennio, e accompagnata da 24 immagini, una a colori (quella scelta originariamente per il calendario) e una in bianco e nero.
Nonostante non sia tra i libri più diffusi di King, nel 1985 il regista Daniel Attias ne trasse un film, mantenendo lo stesso titolo, probabilmente grazie al quale il romanzo venne pubblicato nuovamente in una versione senza illustrazioni invece di cadere nel dimenticatoio.
Titolo originale
|
The Cycle of the Werewolf |
Autore
|
Stephen King |
Anno pubblicazione
|
1983 |
Lingua originale
|
Inglese |
Genere
|
Horror |
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Stampa l'articolo | Questo articolo è stato pubblicato da Paolo il 4 marzo 2012 alle 08:12, ed è archiviato come horror, Raccolta Stephen King, Recensioni. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso RSS 2.0. Puoi pubblicare un commento o segnalare un trackback dal tuo sito. |