Come vivere un ricordo doloroso con gioia.

Cosa rappresentano gli animali domestici nella nostra vita? Come può un popolo, una civiltà, un singolo, maltrattare gli animali? Me lo sto chiedendo nell’ultimo periodo, perché sono al lavoro con un nuovo romanzo noir che si intitolerà “Ama il tuo micino”. È una storia di sadismo sugli animali, dell’indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, per usare una parafrasi cinematografica, che ha un gusto splatter per torturare e uccidere i gatti.

Di recente ho letto questo libro, “Tutto quello che so l’ho imparato dal mio gatto” di Suzy Becker, un volumetto che si legge in un’ora e che racconta, attraverso deliziosi disegni, delle pillole di saggezza, della filosofia di vita che i gatti abbracciano e dovrebbero abbracciare gli uomini.

Un invito alla calma, a prendersi il proprio tempo, a coccolarsi e farsi coccolare, a farsi volere bene, a curare il proprio aspetto e la propria igiene, a riposare quando occorre, a osservare il mondo da un punto di vista privilegiato, a non essere ipocrita e anzi a essere limpido nelle proprie scelte, a essere affamati, essere folli. Sì, forse anche Steve Jobs aveva un gatto, oppure non lo so. So solo che in effetti vivere con un gatto ti cambia la vita in meglio e impari ad apprezzare quanto questi esserini ti amino incondizionatamente, anche se vorresti che fosse così anche per le persone che incontri. Perché solo i gatti (o i cani) sanno dire continuamente ti voglio bene, ma solo i gatti riescono a fare una critica anche nei confronti del loro padrone.

Questo libro nasce da un lutto, quello del gattino, o meglio del gattone, dell’autrice. Non è mai sufficiente il tempo per vivere con un gatto: anche quando diventano anziani, come quello in questione, muoiono sempre prima degli esseri umani, lasciandoti un vuoto profondo dentro, che vorresti colmare, ma non puoi: ogni gatto è diverso, come in fondo le persone, ognuno ha il suo carattere. E fortunatamente non puoi cambiarlo.

ANGELA LEUCCI

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