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Recensione: Tre uomini in barca (per non parlare del cane) – Jerome Klapka Jerome
Questo è uno dei primi libri che ho letto. Avevo circa 10 anni ed ero ammalato, lo ricordo. Al tempo i miei mi regalavano molti libri, conoscendo la mia precoce passione per la lettura. Come ora, d’altronde: l’ultimo libro che mi ha regalato mio padre risale a pochi mesi fa.
Uno degli ultimi regali, fermo nello scaffale, era proprio questo. Lo presi e iniziai a sfogliarlo. Risi come un matto tutto, tutto il tempo, e la mattina dopo ero quasi guarito.
Se non è magia questa…
La storia è semplice: tre uomini, J., George e Harris, e il loro cane, Montmorency, girano il Tamigi in barca. L’autore inglese, Jerome Klapka Jerome, è ricorso a una trama minimalista per dare risalto alle varie (dis)avventure che capitano al trio, anzi al quartetto. Il tutto condito da varie digressioni, ancora più esilaranti, come in “Una vittima di centosette malattie mortali”, stralcio che ho letto durante un recente reading. Alcuni brani, poi, come “Una battaglia terribile”, fanno capire perché quest’opera sia unanimemente riconosciuta come uno dei capolavori della letteratura. I tre alle prese con una scatoletta di ananas risultano di una comicità irresistibile.
Tutti i capitoli, tutti i paragrafi, possono essere letti singolarmente, per sorridere e vivere il resto della giornata in modo più lieve. Ma leggere tutto il romanzo, i vari riferimenti da un episodio all’altro, lascia al lettore i tanti insegnamenti morali che la storia contiene. Insegnamenti come il valore dell’amicizia, con i tre pronti ad accapigliarsi per una camicia caduta nel fiume ma, poche righe dopo, più amici e uniti che mai. E la funzione del cane nel racconto è di primaria importanza: con i suoi atteggiamenti a volte quasi umani, Montmorency diventa protagonista, al pari di J., George e soprattutto Harris, forse il più bersagliato dei quattro.
Dopo il successo che ebbe questo romanzo, lo stesso autore ci riprovò nel 1900, undici anni dopo, con “Tre uomini a zonzo”. Stessi protagonisti, nuova avventura, ma le vette toccate dal primo capitolo risultarono irraggiungibili.
E risultano ancora oggi irraggiungibili per molti autori umoristici e comici televisivi, forse perché, a lettura finita, quello che resta di questi personaggi non è la gag, ma la loro genuinità e innocenza.
Titolo originale
|
Three men in a boat (to say nothing of the dog) |
Autore
|
Jerome Klapka Jerome |
Anno pubblicazione
|
1889 |
Lingua originale
|
Inglese |
Genere
|
Umoristico |
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Stampa l'articolo | Questo articolo è stato pubblicato da Paolo il 20 gennaio 2011 alle 08:34, ed è archiviato come Recensioni, umoristico. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso RSS 2.0. Puoi pubblicare un commento o segnalare un trackback dal tuo sito. |
circa 11 anni fa
personalmente il romanzo non è dei migliori non mi ha fatto entrare nella storia non mi ha coinvolto l unica parte davvero bella e spiritosa è il racconto dei personaggi . è un libro complesso pieno di mix di annedoti strani e noiosi che personalmente si puo fare a meno. mi dispiace ma ho letto libri migliori
circa 11 anni fa
Ciao Linda.
Rispetto il tuo punto di vista, ma dipende se e a cosa vuoi paragonarlo. Chiaro che Mark Twain ha una marcia in più, ma una delle cose che mi è piaciuta di quest’opera è che, nonostante risulti ovviamente anacronistica quanto a episodi narrati, è attualissima nel rapporto tra i tre. Molti amici che fanno un viaggio insieme possono ritrovarsi in J., George e Harris, è un grosso punto di forza che non tutti i libri hanno.
circa 8 anni fa
MI FATE UN COMMENTO PER 3 MEDIA URGENTE SU TRE UOMINI IN BARCA A ME E PIACIUTO IL LIBRO QUINDI IL COMMENTO POSITIVOO