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Recensione: Quattro dopo mezzanotte – Stephen King
Quattro novelle nella raccolta di Stephen King molto diverse tra loro per un insieme unico.
Cosa sono i langolieri? I mostri di cui aveva paura Craig Toomey da piccolo, e che forse non ha mai dimenticato. Sono loro i veri protagonisti della prima storia di questa raccolta formata da quattro novelle e che, come dice Stephen King stesso nella prefazione, ha unito perché erano troppo brevi per essere dei romanzi e troppo lunghi per essere semplici racconti.
Nella prima storia, I langolieri, il tema centrale è la teoria del caos: un aereo si infila suo malgrado in uno strappo temporale ed entra in un altro mondo. Qui tutto è passato, e forse i langolieri non sono solo il frutto di una mente malata…
Si passa poi alla seconda storia, Finestra segreta, giardino segreto. Torna il personaggio dello scrittore, tanto caro a King, che esorcizza un’accusa piovutagli addosso diversi anni addietro. Mort Rainey incontra infatti John Shooter, uomo che lo accusa di plagio. Mort deve quindi districarsi tra questa nuova questione e quella più importante del divorzio in atto.
Mentalmente unisco Il poliziotto della biblioteca, terza storia, e Il fotocane, quarta e ultima: trovo che il clima horror che si respira sia molto simile, le due entità che minacciano i protagonisti sono, in fondo, uguali. Il poliziotto, così come il cane che viene continuamente immortalato da una Polaroid anche quando il soggetto è tutt’altro, sono delle minacce che aleggiano nell’aria e che, un po’ alla volta, diventano più reali e pericolose.
Raccolta non all’altezza di altri suoi lavori, ma che non manca di avere ottimi spunti di interesse, come la quarta novella, che introduce Cose preziose, lavoro di poco successivo, ed è ambientato in quella che ormai è la “casa” di King, Castle Rock. Alcune parti sono cupe e fanno davvero accapponare la pelle. Peccato che nessuno abbia mai creato un film basandosi su questo racconto, cosa invece successa alla storia sui langolieri, per la regia di Tom Holland, nel 1995. Da notare un cameo di King quasi psichedelico e che non si dimentica facilmente. Nel film Secret window di David Koepp del 2004, tratto dalla seconda novella, si possono notare doti recitative ben maggiori, come quelle del protagonista, Johnny Depp, o John Turturro, o ancora Timothy Hutton.
Titolo originale
|
Four past midnight |
Autore
|
Stephen King |
Anno pubblicazione
|
1990 |
Lingua originale
|
Inglese |
Genere
|
Raccolta di racconti |
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Stampa l'articolo | Questo articolo è stato pubblicato da Paolo il 30 luglio 2012 alle 10:41, ed è archiviato come raccolta di racconti, Raccolta Stephen King, Recensioni. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso RSS 2.0. Puoi pubblicare un commento o segnalare un trackback dal tuo sito. |