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Recensione: L’uomo in fuga – Stephen King
Forse in questo “ritorno” di Richard Bachman una delle migliori creazioni di Stephen King sotto pseudonimo. Tutto nel romanzo è scritto discostandosi dai classici temi dello scrittore americano, dal genere (piena fantascienza, è ambientato infatti nel 2024) ai temi trattati, fino alla scelta del titolo dei paragrafi, i quali sono 101, e vanno da “meno 100…” a “… 000”.
Opera che strizza decisamente l’occhio a “1984” di George Orwell, tratta un futuro ipotetico, nel quale la tivù, anzi la trivù (è oramai tridimensionale) ha preso il controllo: ognuno deve averla in casa, anche se è ancora permesso spegnerla, a differenza di 1984, nel quale non è più permesso. In questo futuro dominato dai mass media che devono distrarre le persone dalla dura realtà, si muove Ben Richards, padre di una bambina malata, Cathy, e marito di Sheila, che deve prostituirsi per pagare le bollette. Richards è “soggiogato” dalla televisione e dai suoi quiz e programmi, tutti estremi. Come la trasmissione attuale del Grande Fratello, ci sono delle persone comuni (nel caso del Grande Fratello forse non è così, ma soprassediamo) che partecipano ai programmi in cambio dei guadagni. Giochi come “l’uomo in fuga”, al quale viene ammesso Ben.
Il fine del gioco è semplice quanto tragico: il partecipante fugge e la squadra dei Cacciatori lo deve braccare. Quando verrà preso, verrà ucciso in diretta televisiva. Ben partecipa solo per poter dare a moglie e figlia un avvenire sicuro, forte dei 100 dollari guadagnati ogni ora di fuga. Solo che, grazie ai dovuti accorgimenti, Ben batte il record di sopravvivenza del gioco, tanto che riesce a salire su un aereo con Evan McCone, il capo dei cacciatori, e dall’organizzazione del gioco gli viene offerta la possibilità di diventare lui stesso capo dei cacciatori. Ben accetta dopo aver saputo che moglie e figlia, gli unici motivi per cui si è imbarcato in una simile avventura, sono state uccise poco dopo l’inizio del gioco. Dapprima accetta per potersi vendicare sui responsabili, poi ha una crisi di coscienza che porta a un finale che forse apre le porte a un cambiamento epocale nella popolazione.
Davvero ben scritto e dal ritmo sincopato, nel suo grido d’accusa contro lo strapotere televisivo, dà alla fine un barlume di speranza che in 1984 manca, e che rende la lettura ancora più godibile.
Nel 1986 è stato tratto un film, dal titolo L’Implacabile, e che vede come protagonista nientemeno che Arnold Schwarzenegger.
Titolo originale
|
The running man |
Autore
|
Stephen King (Richard Bachman) |
Anno pubblicazione
|
1982 |
Lingua originale
|
Inglese |
Genere
|
Fantascienza |
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Stampa l'articolo | Questo articolo è stato pubblicato da Paolo il 5 febbraio 2012 alle 09:51, ed è archiviato come fantascienza, Raccolta Stephen King, Recensioni. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso RSS 2.0. Puoi pubblicare un commento o segnalare un trackback dal tuo sito. |