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Recensione: Fahrenheit 451 – Ray Bradbury
Il romanzo più celebre di Ray Bradbury, autore di fantascienza di fama riconosciuta, è un chiaro monito alla società. La perdita del valore della lettura e il maggior potere della televisione fa perdere alle persone la percezione di se stessi, l’essere umano non è più tale.
Guy Montag è un vigile del fuoco il cui lavoro consiste nell’appiccare il fuoco ai libri. Leggere, infatti, è divenuto un reato, e molti capolavori della letteratura sono andati irrimediabilmente perduti per la furia delle istituzioni nel far rispettare questa norma. Le notizie devono essere veicolate solo dalla televisione. Il contatto con una vicina di casa, Clarisse, e la sua famiglia fa capire all’uomo quanto stia perdendo, dato che ha una moglie, Mildred, vittima della depressione, a differenza della vicina di casa, tra le poche persone serene, serenità sopravvissuta alla nuova società.
Una nuova società che è il marchio di fabbrica del genere: la fantascienza distopica si occupa infatti di ricreare una realtà nella quale è impossibile essere felici, l’esatto contrario del genere utopico. Ma, come Montag capisce quando inizia a leggere a sua volta, trasgredendo le stesse leggi che dovrebbe far rispettare, non si è molto distanti da un ritorno alle origini.
L’uomo paga caro il suo nuovo amore illegale, venendo denunciato dalla moglie stessa, o meglio il fantasma di ciò che era, che scopre i libri nascosti. L’opera ha un buon ritmo, molto veloce, e gli eventi si susseguono pagina dopo pagina. I vigili del fuoco gli bruciano la casa, con la moglie che ormai lo ha lasciato, e Montag al termine di una fuga rocambolesca si ritrova in quello che a tutti gli effetti è un nucleo di resistenza. Come gli indiani Navajo di X Files che tramandano di padre in figlio i riti imparati a memoria (particolare che Fox Mulder usa per salvarsi la vita), questi uomini hanno assimilato ogni singola parola di molti testi, per non perderli nel corso del tempo.
Nella sorprendente scena finale, sembra esserci spazio per un’inversione di tendenza, con la distopia che potrebbe essere svanita. Ma, e forse questo è l’aspetto migliore del romanzo, la parola “fine” arriva al momento giusto, lasciando aperti praticamente tutti gli scenari possibili.
Molti temi sono stati ripresi nel film Equilibrium, e anche qui ci si trova di fronte un finale che lascia aperte le porte alla speranza.
Titolo originale
|
Fahrenheit 451 |
Autore
|
Ray Bradbury |
Anno pubblicazione
|
1953 |
Lingua originale
|
Inglese |
Genere
|
Fantascienza |
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Stampa l'articolo | Questo articolo è stato pubblicato da Paolo il 12 marzo 2012 alle 08:26, ed è archiviato come distopia, fantascienza, Recensioni. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso RSS 2.0. Puoi pubblicare un commento o segnalare un trackback dal tuo sito. |