Poker Texano (Texas Hold ‘Em): Come arrivare a premio nei tornei. (PARTE IX) – Giocate avanzate

Come ogni storia ha una fine, eccoci anche noi all’epilogo di questa serie di appuntamenti che, spero, sia stata di vostro gradimento. Precedentemente non ho mai scritto di poker né, tantomeno, avrei mai pensato di farlo. Poi, una conversazione tra me e Paolo, mio grande amico nonché la persona da cui prende il nome questo sito, mi ha spinto a condividere con voi la mia esperienza sul poker.

Non pretendo di aver lasciato di me un’immagine da buon, ma nemmeno mediocre, articolista, ma ho altresì un forte desiderio: cioè quello di avervi, con le mie parole, fornito uno strumento che, mi auspico, utilizzerete al meglio.

Detto questo, ed evitando di cadere “ancor di più” in demagogia spicciola, spero che in questo lasso di tempo trascorso insieme abbiate imparato quanto in generale c’è da sapere sui tornei, quindi posso salutarvi illustrandovi le giocate “avanzate” che potrete effettuare in una partita di poker texano:

Reraise: è il comune controrilancio. Potremo utilizzarlo per smascherare bluff o per far foldare l’avversario quando ha un punto medio-basso in mano. Attenzione a non eccedere troppo nell’utilizzo di quest’azione, in quanto dovremo sempre identificare l’entità del controrilancio rispetto al nostro stack e valutare se abbiamo margine di successo.

Check-Raise: azione in genere considerata molto forte. Se abbiamo missato un flop e siamo primi a parlare, potremo checkare. Il nostro avversario, anche nel caso che avrà missato egli stesso il flop, punterà, forte della posizione e della nostra presunta debolezza. A questo punto potremo controrilanciare bluffando una mano forte e, a meno di un punto forte in mano al nostro avversario, incassare il piatto.

Squeeze: coincide con un raise o push quando si è in late position preflop (in genere quando si è sul BB). Questa mossa viene innescata dal giocatore ultimo a parlare preflop, qualora i giocatori entrati in gioco avessero tutti limpato (chiamato il grande buio, ossia nessun raise), col fine ultimo di rubare il piatto.

Floating: è il call a un raise sul flop. Quest’azione trae forza dal fatto che, callando stiamo dimostrando di avere un punto molto forte in mano. Ragioniamoci un po’ su. Se sul flop il nostro avversario raisa, quali sono le azioni che potremo intraprendere? Potremo foldare, ma in quel caso avremo perso il colpo. Alla luce di quanto detto qualche riga più su potremo pensare di reraisare, ma se giochiamo contro un giocatore appena un po’ smaliziato, egli saprà che quest’azione cela qualche debolezza. Potremo dunque callare. Infatti chiamando il rilancio del nostro avversario stiamo dimostrando o di voler chiudere un qualche progetto (di scala o colore, o magari un set) o che abbiamo un punto talmente forte in mano da non aver paura del prosieguo del colpo. Spesse volte capiterà che il nostro opponent checkerà sul turn e lì potremo rilanciare e vincere il colpo. Altre volte egli rilancerà e lì potremo foldare serenamente.

Blocking Bet: per spiegare questa giocata, supponiamo che il nostro board si presti molto bene a completare scale o colori. L’azione è proseguita molto concitata fino al river. Siamo i primi a parlare, abbiamo top pair, e abbiamo paura che il nostro avversario abbiamo chiuso un progetto ma sappiamo anche della sua aggressività. Cosa facciamo? Se checkiamo, il nostro avversario sicuramente rilancerà e l’importo sarà sicuramente troppo alto da poter essere chiamato. La giusta soluzione è puntare. L’importo che punteremo, però, dovrà essere abbastanza alto da non permettere un reraise al nostro opponent, ma non troppo da committarci. Ora, se il nostro avversario è in bluff folderà, se ha un punto simile al nostro, ma anche un colore o una scala minima chiamerà e nel caso fosse nuts allora rilancerà. Quindi, perdenti o meno, avremo deciso noi quanto investire nel piatto, riducendo il margine di bluff/semibluff del nostro avversario.

Y2JChamp

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