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Odio volare – Autori vari (a cura di Stephen King e Bev Vincent) (Recensioni)
Qual è il motivo per cui volare ad alcuni fa così tanta paura? 17 possibili risposte si trovano in questa raccolta di racconti curata da Stephen King e Bev Vincent.
Il mix presente in “Odio volare” riesce a dare una precisa idea dei motivi per cui alcuni hanno paura di prendere l’aereo. I due curatori, Stephen King e Bev Vincent, hanno fatto una buona ricerca, raccogliendo nello stesso volume Arthur Conan Doyle, creatore dell’iconico investigatore Sherlock Holmes, Ray Bradbury, Richard Mateson e altri maestri della letteratura ormai scomparsi, e contemporanei come David J. Schow, John Varley, oltre allo stesso King e al figlio Joe Hill.
Nonostante alcuni sentano notevolmente il peso del tempo, come “Orrore ad alta quota” di Arthur Conan Doyle, in cui l’autore inglese pone una giungla infestata di pericolosi esseri oltre l’invisibile strato delle nuvole, la bravura dei singoli scrittori e le idee comunque godibili riescono a sopperire più che bene. Altri autori, come Ambrose Bierce vissuto nella seconda metà del 1800 e morto ai primi anni del secolo successivo, nel suo “La macchina volante”, come si suol dire, resta sul vago quanto a tecnologia, ma dà una forte stilettata ai modi in cui si va incontro al progresso scientifico. Ray Bradbury, autore del celebre “Fahrenheit 451”, nella breve storia “La macchina volante” affronta più o meno gli stessi timori di Bierce (e dà anche lo stesso titolo, tra l’altro), di chi resta a terra e vede gli altri volare, immaginandone le conseguenze. Infine “Lucifero!” di E. C. Tubb è quello che mi è piaciuto di più in assoluto, idea e conduzione della storia entrambi da leggere e studiare per chiunque abbia l’hobby della scrittura. Ottima selezione.
Lo stesso si può dire dei contemporanei, da John Varley, con “Raid aereo” a Stephen King con “L’esperto di turbolenze”, due modi diversi per scongiurare un disastro in volo, o Bev Vincent, che con “Zombi su un aereo” si pone l’interrogativo su cosa accadrebbe se a bordo, in uno spazio chiuso, si diffondesse un’epidemia (seppur strana, adatta però alla raccolta di racconti), fino a “Siete liberi” di Joe Hill, figlio di Stephen King, sorprendente nella sua bellezza. Mi ero approcciato a questa storia pensando al figlio raccomandato, seppur ne abbia apprezzato lo stile quando ha scritto “Nell’erba alta” in coppia con il padre. D’altronde, anche Owen King ha dato alle stampe “Sleeping Beauties”, opera creata a quattro mani con il Maestro, senza penalizzare la qualità tipica del Re del Brivido.
Stephen King, dopo “I Langolieri”, contenuto nella raccolta “Quattro dopo mezzanotte”, e “Il volatore notturno”, racconto di “Incubi & Deliri”, dimostra di conoscere il genere, tanto da aver creato con “Odio volare” un insieme molto molto godibile. Una piccola curiosità, contenuta nella postfazione: King spiega di aver esposto l’idea a Bev Vincent mentre era con Richard Chizmar nel 2017. L’anno successivo è stato pubblicato “La scatola dei bottoni di Gwendy”, di King e Chizmar appunto, oltre a questo libro giunto però in Italia nel 2019, e chissà, magari durante l’incontro si è discusso anche di altro di cui avremo notizia in futuro.
Titolo originale
|
Flight or Fright |
Autore
|
Autori vari (a cura di Stephen King e Bev Vincent) |
Anno pubblicazione
|
2018 |
Lingua originale
|
Inglese |
Genere
|
Raccolta di racconti |
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Stampa l'articolo | Questo articolo è stato pubblicato da Paolo il 16 febbraio 2020 alle 08:00, ed è archiviato come raccolta di racconti, Raccolta Stephen King, Recensioni. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso RSS 2.0. Puoi pubblicare un commento o segnalare un trackback dal tuo sito. |