Il piccolo Liam, un ragazzino londinese, alle prese con l’isola di Stromboli e i suoi misteri: un ideale passaggio all’età adulta pieno di pericoli reali.

Vincent Spasaro, otto anni dopo “Il demone sterminatore”, torna con un’opera di assoluto spessore, “Morte sul vulcano”, ambientata nel 1983 a Ginostra, piccolo borgo dell’isola di Stromboli, nell’area siciliana. I ricordi di Liam, ormai adulto, vanno a quella misteriosa estate in cui, come dice lui stesso, “ha conosciuto la morte”.
Bella quindi la struttura, che di fatto rimanda a molte opere di Stephen King, “Joyland” su tutte (anche lì il protagonista, scavando nei ricordi, torna a quando da giovane ha indagato quasi per gioco su uno strano caso). La trama parte dal momento in cui i genitori di Liam decidono di lasciare Londra e passare tre mesi, l’intera estate, a Ginostra, paese che nel 1983 non era nemmeno dotato di energia elettrica, tranne pochi fortunati molto benestanti, come i Mason, altra famiglia in buen retiro a Stromboli.
Una volta arrivato nell’isola legata alla Sicilia fa amicizia con Pietro, figlio di Salvo, burbero pescatore ma amico dei genitori, nonostante i due londinesi siano studiosi e amanti delle arti orientali. Gli stessi Liam e Pietro sono agli antipodi, e ancora di più Angelo, un ragazzo che non ha nemmeno conosciuto la scuola e anzi vive in modo selvaggio, con i nonni che non badano a lui. Ma lo strano trio è accomunato dall’ossessiva ricerca di Ramon Vallejo, un ragazzo cileno scomparso cinque anni prima senza lasciare tracce. Tra rivelazioni, misteriose visioni e un vulcano sempre attivo e dalle atmosfere infernali, si arriva a un finale sorprendente. 450 pagine che scivolano e catturano il lettore, forse il maggior pregio dell’opera di Vincent Spasaro, che ha esordito pubblicando un romanzo, “Assedio”, per Mondadori.
L’autore riesce a descrivere con rara poesia il delicato passaggio tra l’infanzia e l’età adulta, scivolando continuamente dai timori introspettivi del giovanissimo Liam a eventi dal tangibile pericolo reale. Una giostra che non accenna a fermarsi nella mente del lettore, nemmeno una volta terminato e chiuso il libro. I dubbi lasciati in sospeso, in piena sintonia con il mistero di una realtà che oggi sembra lontanissima, sono la luce che resta accesa e che spinge a porsi mille domande. Tutto, quindi, è al posto giusto.

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