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Metti una sera al teatro… intervista a Zuzzurro e Gaspare
Ho incontrato per voi e intervistato in esclusiva Andrea Brambilla e Nino Formicola, in arte Zuzzurro e Gaspare, a margine della loro pièce teatrale “Non c’è più il futuro di una volta” dopo la rappresentazione tenuta a Maglie, nell’ambito della kermesse Chiari di luna. Una manifestazione, giunta ormai alla sesta edizione, che vede come Media Partner la testata Belpaese. E proprio sulle pagine di Belpaese, il direttore artistico Massimo Giordano ha posto l’accento sull’importanza di simili manifestazioni: “Quest’anno la rassegna ha un’importanza maggiore, perché è stato l’annus horribilis del teatro, in particolare di quello estivo, dato che sono mancate le committenze, a causa della crisi in cui versano gli enti pubblici, che costituiscono la stragrande maggioranza degli organizzatori dello spettacolo. Tante produzioni erano stati messe in vendita e poi annullate.”
Ma, come detto, questa edizione si è svolta, e con ospiti di tutto rispetto: nelle quattro date si sono alternati sul palco artisti come Debora Caprioglio, Corrado Tedeschi e Giacomo Rizzo. L’ultimo appuntamento ha visto sul palco il duo esploso a Drive In (trasmissione, possiamo dirlo, che ha cambiato il volto della televisione italiana) e che vanta un connubio lungo ormai 34 anni: anche durante l’intervista non si sono smentiti, rispondendo spesso in tandem, un tandem affiatato e di successo.
D: Dagli esordi, dal commissario Zuzzurro e Gaspare, cosa rifareste, cosa non fareste più? E come è cambiata la televisione?
Brambilla: Rifaremmo tutto, è stato un percorso che ci ha portati fin qui e dal quale abbiamo imparato molto.
Formicola: È cambiato il modo di porsi del pubblico nei nostri confronti e viceversa. Se ci avessero detto nel 1976 che avremmo parlato di iPhone, computer ed MP3 saremmo rimasti letteralmente senza parole, non avremmo saputo di cosa si trattava e come parlarne. Adesso si corre, devi cercare di sapere tanto quanto il pubblico, e proporgli cose nuove, ma non così nuove da non riuscire più a farti seguire.
D: Appunto parlavate della longevità del vostro connubio: siete sulle scene dal 1976, ci sono ancora cose che avreste voluto fare e che non c’è mai stata la possibilità di fare?
Brambilla: Un viaggio, lunghissimo, intorno al mondo. Viaggiare senza preoccuparci delle luci sul volto, del palcoscenico, della televisione, del mutuo e delle tasse da pagare.
D: Già nel 1986 avete lasciato temporaneamente la televisione per portare in scena al teatro Andy e Norman. Come mai l’avete poi riproposto in versione televisiva, una sit-com, e quali sono le differenze tra TV e teatro?
Formicola: Riproponemmo in televisione quella pièce per dare un po’ di visibilità al teatro anche per il normale fruitore televisivo. Adesso si parla di un canale monotematico sul teatro, su SKY, e sarebbe un’ottima cosa. Il pubblico televisivo solitamente non segue e conosce poco il teatro. Questo perché la grande differenza tra TV e teatro è il pubblico, molto più di nicchia per il secondo. Con questo canale e con le kermesse come quella di stasera, speriamo in un’inversione di tendenza.
Poi, lo spettacolo. Profondo, che lascia il segno, un segno che non va via. Si parla di nuovi costumi e nuove tendenze, ma tutto condito da battute mai banali e che ti fanno piegare in due dalle risate. L’interazione con il pubblico è stata più che buona, come anche il momento in cui è stata riscritta la favola di Biancaneve, con Gaspare nella parte della morta fanciulla e Zuzzurro nella parte di un principe azzurro un po’ goffo. Alla fine, applausi a scena aperta.
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Stampa l'articolo | Questo articolo è stato pubblicato da Paolo il 7 settembre 2010 alle 10:13, ed è archiviato come Le interviste. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso RSS 2.0. Puoi pubblicare un commento o segnalare un trackback dal tuo sito. |
circa 14 anni fa
bella intervista paolo, però è durata poca, e soprattutto a quanto sembra, hai parlato poco dei personaggi e del racconto della commedia, piccola critica da lettore, ma globalmente va bene
circa 14 anni fa
Hai ragione, ma ho dovuto intervistarli in tempi ristrettissimi, di lì a 15 minuti sarebbero andati in scena e puoi capire quanto andassero di fretta. Avevo comunque fatto un’intervista un po’ più ampia, ma qui c’è stato un altro problema: mi avevano rilasciato una videointervista, che non sono riuscito a salvare e quindi proporre. Nel video, le risposte erano più esaurienti, ma quando il giorno dopo mi sono accorto di non averlo disponibile, ho dovuto scrivere quello che ricordavo.
circa 14 anni fa
credo che l’informazione su internet debba essere esaustiva e senza troppi fronzoli, altrimenti chi la legge?
circa 14 anni fa
Hai ragione, questo è uno dei motivi per cui non realizzo mai interviste lunghe. Discorso diverso per la videointervista, che ho “perso”. In 5 minuti di video si possono dire una marea di cose, come pure avevano fatto i due.