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Later – Stephen King (Recensioni)
La delicata storia prende il via quando il protagonista è ancora piccolo, ma già scopre il suo potere: vedere e interagire con i morti. Ma come tutti i grandi poteri è pericoloso ricorrervi.
La carriera di scrittore di Stephen King, come tutti i grandi artisti, si è composta e si sta ancora componendo di varie fasi. In questo periodo sembra sia nella fase delle novelle sulla scoperta del bene e del male da parte di bambini, seguiti nel corso della loro vita per una manciata di anni o addirittura fino alla vecchiaia. “Later” non fa eccezione, e ricorda nella struttura narrativa “Joyland” o “La scatola dei bottoni di Gwendy”.
Numerose somiglianze ci sono anche con “Revival”, segno che, seppur lo scrittore del Maine sia pronto a osare (anche nelle sempre più numerose serie tv in cui ha una parte attiva dietro le quinte), a volte si affidi all’usato sicuro. Non è un limite, ma anzi un modo per dare al lettore ciò che vuole.
“Later” parla di un bambino, Jamie Conklin, che vede le persone morte, per circa una settimana dal trapasso, prima che svaniscano. In questo breve lasso di tempo può interagire con loro: sono quasi tutte mansuete e devono rispondere con la verità alle sue domande. La trama comincia con Jamie di appena sei anni, che dà prova alla madre Tia, ovviamente scettica fino ad allora, di quanto siano vere le sue visioni. Man mano che passano gli anni le vicende si mescolano alla grande crisi economica del 2008 e la madre single, che fa l’agente letterario, gli chiede espressamente di usare i suoi poteri per avere un beneficio lavorativo, dato che l’alternativa è il fallimento della società di cui è a capo. Pur proteggendolo al meglio delle sue capacità, la donna si fida della sua ragazza, Liz, una poliziotta che successivamente scopre essere invischiata in storie di droga e che Tia lascia per questo motivo. Tanto basta per far correre a Jamie pericoli sempre maggiori, per mano di Liz, e incontrare un morto meno innocuo di altri, e che lo perseguiterà.
Gradevoli come sempre le citazioni, a partire da “Le ali della libertà”, film tratto da un racconto di King stesso, “Rita Hayworth e la redenzione di Shawshank”, della raccolta “Stagioni diverse” e a cui giustamente tiene, dato che è stato tra i più acclamati con le sue sette nomination ai premi Oscar, ma anche “Il sesto senso”, film di M. Night Shyamalan. Anzi, “Later” a suo modo ne è la versione kinghiana: concettuale come la pellicola di Shyamalan ma con la giusta dose di azione soprannaturale e particolari da brivido e horror non da poco.
La parola fine, messa quando Jamie ha ventidue anni, ha la giusta chiusura del cerchio, perché seguirlo per sedici anni (dai sei ai ventidue, appunto) basta a far intuire al lettore come proseguirà, ma senza scoprire tutte le carte. E, come sempre, Stephen King è un maestro sotto questo aspetto.
Titolo originale
|
Later |
Autore
|
Stephen King |
Anno pubblicazione
|
2021 |
Lingua originale
|
Inglese |
Genere
|
Horror |
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Stampa l'articolo | Questo articolo è stato pubblicato da Paolo il 30 maggio 2021 alle 08:00, ed è archiviato come horror, Raccolta Stephen King, Recensioni. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso RSS 2.0. Puoi pubblicare un commento o segnalare un trackback dal tuo sito. |