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La macchina del tempo – H. G. Wells (Recensioni)
Cosa accade se un libro non è solo bello, ma anche di degno, degnissimo interesse culturale per l’umanità? Che non può mancare fra le proprie letture.
Tutti i generi hanno un capostipite. E se in alcuni casi a contendersi il titolo sono diverse opere letterarie, per quanto riguarda i viaggi nel tempo il romanzo “La macchina del tempo” di H. G. Wells, 1895 (prima edizione italiana arrivata nel 1902), a quasi un secolo e mezzo di distanza, non sembra avere avversari.
E dire che gli studiosi e gli esperti di settore hanno ben spulciato libri simili e antecedenti, ma hanno evidenziato a mio avviso solo una curiosa coincidenza: quella con un altro primo volume di settore. Difatti, H. G. Wells (pseudonimo di Herbert George Wells), ha avuto come maestro Thomas Henry Huxley. Thomas Henry era il nonno di Aldous Huxley, che nel 1932 avrebbe dato alle stampe quella che forse è la prima storia di genere distopico, “Il mondo nuovo”. Senza Thomas Henry Huxley, filosofo e biologo, osannato dall’amico coevo Charles Darwin, i semi de “La macchina del tempo” e “Il mondo nuovo” sarebbero stati piantati ugualmente nella testa dei due scrittori britannici?
Ma se, forse, la longa manus è nota, nello specifico H. G. Wells ci mette del suo per dare all’idea uno sviluppo originale, trattando anche di temi più sociali e delicati, come la differenza tra le varie classi che vedeva tutti i giorni. La trama, infatti, parla di uno scienziato che, inventata la macchina del tempo, ne parla con alcuni amici. Questi non gli credono e allora compie un viaggio, nell’anno 802.701, ma lì gli accade di tutto. Conosce, sì, gli Eloi, popolazione che vive alla luce del sole, e i Morlocchi, che invece vivono nascosti sottoterra, ma presto scopre che non sono gli Eloi ad assoggettare i Morlocchi, bensì il contrario.
Dopo diverse avventure, sempre più pericolose, vissute di fianco a Weena, una deliziosa ragazza degli Eloi, riesce a tornare in possesso della macchina del tempo, rapita dai Morlocchi, e tornare al tempo presente, ma ancora gli amici sono scettici. Tutto, di conseguenza, porta al rapido finale che lascia senza parole.
Il mondo futuro, diviso in due classi sociali, in cui gli operai, i Morlocchi, sono di fatto i veri padroni, e viceversa, è una critica precisa alla borghesia, che nell’età vittoriana trovava il massimo splendore. Splendore che, appunto, per H. G. Wells nascondeva altro, come descrive in un romanzo arrivato intatto nella sua forza fino a noi.
La versione che ho contiene anche quasi tutti i racconti della raccolta “Il bacillo rubato e altri casi”, edito sempre nel 1895, e devo dire che è stata una scelta azzeccata. Il mondo letterario di Wells merita di essere esplorato meglio rispetto alla sola opera più rappresentativa, e le storie brevi che seguono il romanzo iniziale fanno capire, pagina dopo pagina, molto di più di H. G. Wells. Oltre, ovviamente, a rappresentare una piacevole lettura.
Titolo originale
|
The Time Machine |
Autore
|
H. G. Wells |
Anno pubblicazione
|
1895 |
Lingua originale
|
Inglese |
Genere
|
Fantascienza |
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Stampa l'articolo | Questo articolo è stato pubblicato da Paolo il 30 aprile 2023 alle 08:00, ed è archiviato come fantascienza, Recensioni. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso RSS 2.0. Puoi pubblicare un commento o segnalare un trackback dal tuo sito. |