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La bufala della chiusura del Grande Fratello e il qualunquismo dell’italiano medio
In queste settimane si è diffusa in rete “l’indiscrezione” sulla chiusura anticipata dal Grande Fratello. Utilizzo indiscrezione per non dire sonora bufala. Il Grande Fratello c’è e gode di ottima salute (non si hanno notizie contrarie da fonte certa) con ascolti perfettamente in linea con quelli degli ultimi anni per questo periodo dell’anno, e che cominciano a risalire. Come per tutte le bufale, gli utenti di Facebook si sono sbizzarriti, linkando alacremente gli articoli comparsi sui blog che davano la notizia.
Impossibile risalire a una fonte provabile: la notizia non esiste. Quello che esiste è un’intervista alla conduttrice Alessia Marcuzzi, che esamina con onestà gli ascolti, dicendo che non la preoccupano per niente, e che il pubblico ha bisogno di tempo per affezionarsi ai ragazzi della casa di Cinecittà. Una disamina lucida, concreta, che neanche se lo si vuole dà adito a contraddizione. I numeri parlano da sé. Sono tante le bufale che proliferano in rete: iscrizione e fruizione in futuro a pagamento per Facebook, Twitter e Youtube, bambini che necessitano sangue gruppo B positivo (uno dei gruppi sanguigni più diffusi), pubblicisti che scompariranno dalla faccia della terra con una grande atomica (e qui, ahimè, ci sono caduta anch’io), e così via. Mi soffermo su questa bufala, quella sul GF, perché è quella che interessa il mio lavoro.
Seguo il GF da tre anni in maniera continua e sono convinta che sia una grande espressione di cultura pop. Certo, quest’anno – forse è accaduto anche in passato, ma con il mestiere che faccio non ho memoria a breve termine – ce ne ho messo di tempo anch’io a legarmi alle storie dei ragazzi, complice la portata soporifera, a mio avviso, di Luca Di Tolla, ma alla fine mi piace sentire le loro storie e in fondo seguire anche le mirabolanti avventure dell’ebolitano narrate dalla Gialappa’s. E lo dico senza vergognarmi: mi piace il Grande Fratello, lo guardo volentieri.
Quanti potrebbero dire altrettanto? Pochi. Per un sacco di ragioni, ma soprattutto perché temono il giudizio dei detrattori. Perché è più facile sparare a zero su qualcosa che non si conosce, che conoscerla realmente e guardarla con spirito critico. E se il GF continua a raccogliere milioni di spettatori le cose sono due: o si percepiscono solo i detrattori, oppure una quantità di persone mente. In fondo, noi italiani abbiamo da sempre la fama di dietrologi e di detrattori. In quante occasioni, dopo l’apertura delle urne, nessuno ammette di aver votato Berlusconi, ma se ha vinto molte elezioni, qualcuno l’avrà pur fatto.
Angela Leucci
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Stampa l'articolo | Questo articolo è stato pubblicato da Angela Leucci il 8 gennaio 2012 alle 09:45, ed è archiviato come Parole al vento. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso RSS 2.0. Puoi pubblicare un commento o segnalare un trackback dal tuo sito. |