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La bestia non si ferma – Piero Cancemi (Recensioni)
I nuovi eccessi di Riccio trovano spazio in questa storia densa di citazioni.
Dopo tre anni dal precedente “La bestia non corre”, l’autore Piero Cancemi dà alle stampe il seguito, “La bestia non si ferma”, che prende il via dal punto in cui il primo libro si è interrotto, ma con continui balzi nel passato.
Trovo ottime alcune scelte, come il ripartire dall’amore di Riccio, il protagonista, con Marmotta (anche qui i nomi dei personaggi restano quelli di animali), ma passando a parlare di eventi relativi alla sua giovinezza. Si scopre così che fine fa l’hashish che Riccio e il compagno Talpa distribuiscono a Ghiro ed Ermellino, una sorta di piramide della droga che non li vede più come semplici pusher fuori la scuola. Il paragrafo “Giornate nel bosco” si chiude, però, ancora con un finale aperto, la questione droga lasciata in sospeso, forse per un’eventuale terza pubblicazione, forse no. In fondo, la vita di Riccio è un salto da un problema all’altro.
A tal proposito, l’autore scrive: “C’è chi la definisce una vita fuori le righe, ma Riccio era solo un ragazzino e ancora non conosceva le controversie della vita e gli schianti che ne fanno parte”. Una frase che racchiude l’esistenza del ragazzo, anche una volta diventato 37enne e limitatosi nei suoi eccessi. Ma la testa è quella, a tratti mi ha ricordato Dean Moriarty di “Sulla strada”, capolavoro di Jack Kerouac, o Jimmy Gold, personaggio appena accennato in “Chi perde paga” di Stephen King. Una bomba a orologeria.
“Il ferragosto” e “Dottrinale in tre” sono due paragrafi che spiegano molto meglio la parabola di Riccio: nel secondo l’amico Cinghiale affronta i suoi demoni di droga e alcol, lasciando a Piero Cancemi la possibilità di fare una disamina accurata su ciò che accade quando ci si dà agli eccessi. In “Dottrinale in tre” mi ha fatto sorridere la citazione di Irvine Welsh, dato che già nella recensione del primo libro avevo accostato il suo stile di scrittura a quello dello scozzese.
Su tutta la storia incombe la bestia, la sclerosi multipla di cui Riccio è affetto, ma resta in secondo piano fin quasi alla fine, che paragono alla folle corsa in auto di Dean Moriarty dopo lunghi pomeriggi passati a seguire partite in radio. L’ultima parte viene dedicata a quella che sembra, finalmente, una presa di coscienza di Riccio su ciò che è la sua vita.
Credo che ci siano i presupposti per far diventare questi due, i primi di una serie di molti libri. Cancemi sa il fatto suo e sorprende il lettore con scelte coraggiose, che fanno venir voglia di conoscere ancora di più la vita di Riccio e dei suoi amici.
Titolo originale
|
La bestia non si ferma |
Autore
|
Piero Cancemi |
Anno pubblicazione
|
2016 |
Lingua originale
|
Italiano |
Genere
|
Pulp |
Editore
|
Eretica |
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Stampa l'articolo | Questo articolo è stato pubblicato da Paolo il 21 giugno 2016 alle 08:00, ed è archiviato come pulp, Recensioni. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso RSS 2.0. Puoi pubblicare un commento o segnalare un trackback dal tuo sito. |