Terza raccolta di racconti del Re del Brivido Stephen King.

Parlare di ognuna delle 24 storie sarebbe, oltre che molto scolastico, anche svilente nei confronti di quest’opera di Stephen King. Come ogni raccolta che si rispetti, ci sono dei racconti che possono piacere più di altri, ma in tutti si vede lo zampino di King, garanzia quantomeno di buona qualità nello stile e nei temi trattati.

C’è da dire che molte di queste storie rendono meglio su carta che attraverso una trasposizione cinematografica, in quanto alcune, come Popsy, Dedica, Il dito e Scarpe da tennis, non hanno uno sviluppo tale da farci su un film di due ore. Al massimo un episodio di un telefilm, come accadrà nel 2006, 13 anni più tardi rispetto alla pubblicazione del libro, quando verrà creata la miniserie “Incubi e deliri”, con 8 episodi, tra cui 5 provenienti da altrettanti racconti di questa antologia. Il quinto quarto, uno degli ultimi lavori dell’ormai scomparso Richard Bachman, alter ego di Stephen King, oltre a E hanno una band dell’altro mondo, sono forse quelle trasposte meglio, con quest’ultima storia che attesta una volta di più l’amore dello scrittore del Maine per il rock, testimoniato non solo dal gruppo di cui fa parte, i “Rock Bottom Remainders”. Nel racconto tornano in vita, in un’improbabile cittadina americana, le grandi star che hanno fatto la storia della musica, come Janis Joplin, Buddy Holly, Jim Morrison e il sindaco della città, il Re Elvis Presley.

Non meno belle sono altre storie, partendo da quella che amo di più, La fine del gran casino. Scritto sotto forma di lettera personale del ricercatore Howard Fornoy. Con il passare delle pagine, scopriamo che con il fratello Robert aveva scoperto, nelle acque di una cittadina del Texas, un agente in grado di far diminuire la predisposizione alla violenza. Peccato che tra le controindicazioni c’è anche il morbo di Alzheimer, particolare che i due scoprono troppo tardi, dopo aver spruzzato in enormi quantità l’agente su tutto il globo terrestre, per un finale da brividi.

Altra storia che fa del finale il punto forte è Spiacente, è il numero giusto, che inizia e finisce con lo stesso episodio, ma visto da due realtà temporali differenti, in un’unione che ha colpito Steven Spielberg, ma non tanto da farne un episodio televisivo di “Ai confini della realtà”, mentre invece è diventato un episodio televisivo di “Tales from the darkside”.

Da Il volatore notturno e La cadillac di Dolan sono stati tratti due film, con il secondo che vede tra i protagonisti Christian Slater, un valore aggiunto in grado di dare ancora maggior spessore alla pellicola.

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