- Home
- Dodici
- Chi sono
- Paolo Merenda
- Presentazioni letterarie
- Pubblicazioni
- Al di sopra di ogni sospetto
- A Levante – Etica-Estetica
- Racconti per il Natale 2015
- Note di storia e cultura salentina 2015
- In Bilico – Storie di animali terrestri
- Cafè des artistes
- Caffè Blues – 2° Art Cafè
- Caffè Blues – 1° Art Cafè
- Note di storia e cultura salentina
- Antologia “Fortunato Pasqualino”
- Talkink
- Scrivono di me
- VIP shots
- Categorie
- Corso di scrittura
- 1. La terapia dell’arte
- 2. Per chi (e perché) si scrive
- 3. L’idea
- 4. L’importanza dei classici
- 5. Leggere
- 6. I personaggi
- 7. L’immedesimazione nei personaggi
- 8. L’ambientazione
- 9. Il punto di vista
- 10. Lo stile
- 11. L’importanza di documentarsi
- 12. Rispetto per il lettore
- 13. Lo sviluppo della storia
- 14. I dialoghi
- 15. Sospensione
- 16. La fine
- 17. Riscrittura
- 18. Blocco dello scrittore, case editrici e ultimi appunti
- 19. Il mondo dell’editoria
- 20. Racconto o romanzo?
- 21. Promozione e pubblicità dell’opera
- Scrivere è vita – Viaggio nel mondo della scrittura
- L’arte è rivoluzione
- Recensioni
- Contattami
- Disclaimer
Il tatuaggio oggi
Quante persone si fanno tatuare troppo a cuor leggero?
Tutti sanno cos’è un tatuaggio. Si può scegliere lo stile, la zona, la grandezza e ovviamente l’artista che si preferisce. Molti si interessano di alcune cose, ad esempio da dove viene, chi è stato a tatuarsi per primo, perché e dove. Tutti pensano al passato (che è cosa buona) ma chi guarda al futuro? Chi bada al futuro guardando il presente?
Oggi il tatuaggio cos’è? È moda? Significato? Arte? Abbellimento? Tanti rispondono, ma nessuno è veramente chiaro. Al giorno d’oggi ci sono enti che sfornano corsi come funghi e “abilitano” il giovane alla professione, ma insegnando cosa? Che tatuare è facile, perché ricalchi un disegno? O che è redditizio? Le leggi aumentano, i professionisti si adeguano, ma ormai chiunque frequenti un corso professionale si sente in diritto di prendere in mano una macchinetta e poter tatuare, senza basi di disegno, senza basi professionali e tecniche. La cosa che lascia più perplessi è che i consumatori preferiscono questi pseudo tatuatori ai professionisti solo per una questione economica. I fruitori non hanno più rispetto per il tatuaggio, non sanno cosa c’è davvero dietro a questa pratica, e nel 99% dei casi non vogliono saperlo, sentono il prezzo e impauriti scappano, affidandosi a chi dice il numero più basso.
Il tatuaggio in realtà è un lavoro a cui bisogna dedicarsi a tempo pieno con cura e passione. Non basta avere una macchinetta e tracciare una linea, il disegno va studiato in tutte le sue fasi: dove si deve fare, la grandezza, se colorarlo o no, quali particolari evidenziare. Si deve verificare la qualità di tutti gli strumenti e pigmenti, bisogna adattare la zona in cui si lavora per avere la massima igiene e disinfezione. Il soggetto deve essere clinicamente sano e la cute non deve presentare nessun tipo di graffi, abrasioni e/o cicatrici, deve essere integra. Quest’ultima va ben pulita e disinfettata. Il personale che opera deve avere la giusta conoscenza dei dispositivi che usa per praticare un tatuaggio. Inoltre tutti gli strumenti che non sono monouso vanno sterilizzati a norma di legge.
Dietro un tatuaggio c’è tanta passione, tanta voglia di creare un pezzo di vita che rimarrà indelebile fino alla fine, il tatuatore realizza i desideri del cliente dando tutto se stesso e questo, purtroppo, non interessa. Oggi fare il tatuatore è diventato un business, ma un business vergognoso in cui si butta a terra tutto quello che è stato fatto in passato per pochi euro o per avere la soddisfazione di dire “io tatuo” aumentando cosi il proprio ego. Nessuno di questi improvvisati ama davvero questo vero e proprio stile di vita e la colpa è anche di chi li asseconda, chi solo per risparmiare distrugge la propria dignità affidandosi a un qualsiasi macellaio dell’ultima ora.
Ci sarebbe bisogno di una serie di test e di prove per qualificare davvero un tatuatore, ma ancor più importante, e non preso in considerazione, è che ci vorrebbero una serie di esami per qualificare davvero un cliente. Prima il tatuaggio era di nicchia, era ghettizzato, ma ora che è alla portata di chiunque, per me si stava meglio quando si stava peggio, perché il tatuaggio non è per tutti.
Se ti è piaciuto quello che hai letto aiutaci a diffonderlo. Clicca qui -->
Stampa l'articolo | Questo articolo è stato pubblicato da Marco Russo il 5 luglio 2013 alle 08:00, ed è archiviato come La voce dell'esperto. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso RSS 2.0. Puoi pubblicare un commento o segnalare un trackback dal tuo sito. |