- Home
- Dodici
- Chi sono
- Paolo Merenda
- Presentazioni letterarie
- Pubblicazioni
- Al di sopra di ogni sospetto
- A Levante – Etica-Estetica
- Racconti per il Natale 2015
- Note di storia e cultura salentina 2015
- In Bilico – Storie di animali terrestri
- Cafè des artistes
- Caffè Blues – 2° Art Cafè
- Caffè Blues – 1° Art Cafè
- Note di storia e cultura salentina
- Antologia “Fortunato Pasqualino”
- Talkink
- Scrivono di me
- VIP shots
- Categorie
- Corso di scrittura
- 1. La terapia dell’arte
- 2. Per chi (e perché) si scrive
- 3. L’idea
- 4. L’importanza dei classici
- 5. Leggere
- 6. I personaggi
- 7. L’immedesimazione nei personaggi
- 8. L’ambientazione
- 9. Il punto di vista
- 10. Lo stile
- 11. L’importanza di documentarsi
- 12. Rispetto per il lettore
- 13. Lo sviluppo della storia
- 14. I dialoghi
- 15. Sospensione
- 16. La fine
- 17. Riscrittura
- 18. Blocco dello scrittore, case editrici e ultimi appunti
- 19. Il mondo dell’editoria
- 20. Racconto o romanzo?
- 21. Promozione e pubblicità dell’opera
- Scrivere è vita – Viaggio nel mondo della scrittura
- L’arte è rivoluzione
- Recensioni
- Contattami
- Disclaimer
Il Signore dei Ratti – Leo Ortolani (Recensioni)
Leo Ortolani “trasforma” il suo iconico Rat Man in uno hobbit alle prese con la più grande missione del mondo fantasy.
“Il Signore dei Ratti” è un interessante lavoro di Leo Ortolani, non nuovo a parodie di film o libri celebri, da “La lunga notte dell’investigatore Merlo” (Casablanca) a “Ratto” (Rambo), giusto per citarne un paio dell’orbita Rat Man. Interessante perché fonde molti dei suoi mondi a quello creato da J. R. R. Tolkien per “Il Signore degli Anelli”.
Tanto per cominciare, Bulbo (Sauron nel romanzo di Tolkien) ha un fedele servitore, Sofferenzo, che se da un lato porta in scena Gollum, dall’altro ha le stesse caratteristiche di Giuda, il servitore di Aldo in “Venerdì 12”, o di Dolores, con cui condivide anche il significato del nome, personaggio presente ne “Il grande Magazzi”.
Il dolore e la sofferenza recato dall’inopportuno servitore, però, in questo caso non è al centro della storia, perché, come nella pietra miliare della letteratura fantasy, il viaggio per distruggere l’Unico Anello viene portato avanti con maestria da Ortolani fino alla fine. Un viaggio pieno di pericoli, seppur rivisti in chiave umoristica, marchio di fabbrica del fumettista pisano. Da segnalare l’incontro con il Ragno, in cui rompe la quarta parete e parla della realizzazione dell’albo a fumetti.
Strappa un sorriso perfino la scelta dei nomi: Legolas diventa Annabello (ovvero Cinzia nel resto della produzione di Ortolani), Gandalf è Sedobren Gocce e Frodo, cugino di Bilbo, si trasforma in Bolo. Citazione doverosa per Tadeus Brakko, personaggio che riprende Aragorn e si chiama ne “Il Signore dei Ratti” Granbrakko. Sottile il collegamento: all’inizio de “Il Signore degli Anelli”, Aragorn nasconde la sua vera identità e si presenta come Grampasso. Ancora una volta il genio di Leo Ortolani colpisce nel segno.
Come molti suoi lavori, la prima pubblicazione è stata via via migliorata nel corso degli anni con ristampe arricchite da nuove pagine o nuove copertine, tanto che il libro è uscito per la prima volta, in versione “classica”, nel 2004, ma io ho la versione deluxe del 2018. Lo specifico perché la colorazione dà ancora più risalto alle tavole originali, quindi il mio consiglio va sulla ristampa più recente.
Titolo originale
|
Il Signore dei Ratti |
Autore
|
Leo Ortolani |
Anno pubblicazione
|
2004 |
Lingua originale
|
Italiano |
Genere
|
Fumetto |
Ti potrebbe anche interessare:
Se ti è piaciuto quello che hai letto aiutaci a diffonderlo. Clicca qui -->
Stampa l'articolo | Questo articolo è stato pubblicato da Paolo il 24 febbraio 2019 alle 08:00, ed è archiviato come fumetto, Recensioni. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso RSS 2.0. Puoi pubblicare un commento o segnalare un trackback dal tuo sito. |