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Il pianeta che sta morendo
Tutti i casi di inquinamento più gravi degli ultimi anni.
Ogni giorno siamo inondati da notizie che provengono da varie parti del mondo. Cerchiamo qualcosa? Ci basta andare su Google, scrivere il nome e il gioco è fatto. Tutto questo è molto positivo, perché ci permette di mantenerci aggiornati.
Ma quanto davvero riusciamo a comprendere di tutto? Questo è difficile saperlo, perché per alcuni argomenti il filtro di chi scrive ci fa assimilare solo le sue considerazioni e non le notizie. Per questa volta vorrei riuscire non solo a riportare notizie, ma anche dare ai lettori alcune nozioni per rendere più facile l’interpretazione dei fatti.
Inizierò col dirvi che per inquinamento si intende generalmente un’alterazione dell’ambiente dovuta a cause esterne, tra cui l’uomo, oppure naturali, che portano degli squilibri agli ecosistemi terrestri, acquatici e all’atmosfera. Gli inquinanti possono essere fisici come radiazioni uv e raggi x, oppure chimici, ad esempio diossine, uranio, mercurio o CO2, o ancora biologici come batteri che contaminano le acque.
Gli ecosistemi sono dei sistemi aperti dove c’è un continuo scambio di materia ed energia con l’esterno, basato su equilibri molto delicati, che sono dovuti da interazioni tra comunità biotica e abiotica, va da sé che i problemi che portano ai disastri ambientali sono dovuti alla loro fragilità.
Molte sono state le catastrofi ambientali, tra le più conosciute, che hanno richiamato l’attenzione dei telegiornali di tutto il mondo, ricordiamo quello della Marea Nera nel Golfo del Messico. La Marea Nera è causata da rilascio in mare del petrolio, che ha portato alla morte di uccelli e mammiferi acquatici invischiati nelle masse oleose nelle acque superficiali, sulla sabbia e a largo. Non a caso le cause maggiori di inquinamento delle acque marine è dovuto all’esplosione di piattaforme petrolifere, le quali riversano petrolio in acqua. Ne consegue che l’inquinamento e il bioaccumulo da IPA , idrocarburi policiclici aromatici, che consiste nell’aumento nei tessuti di questa sostanza, causa alterazioni nella riproduzione, formazione di carcinomi e patologie ormonali. Una complicanza forse ancor maggiore è che gli organismi contaminati vengono immessi nella catena alimentare e commercializzati come cibi, che dalle pescherie passano dai supermercati alle nostre tavole.
Altri casi di catastrofi ambientali sono quelli delle scorie radioattive provenienti soprattutto da centrali nucleari, laboratori di ricerca e impianti di fabbricazione del combustibile a ossidi misti (MOX). Le contaminazioni coinvolgono ecosistemi acquatici, aria e suoli. L’avvelenamento da radiazioni porta a carcinomi e forme di leucemia infantile, oltre che danni fisici irreversibili nell’uomo. I rifiuti radioattivi impiegano migliaia di anni per diventare inerti, minacciando così flora e fauna locale per secoli. I maggiori casi di inquinamento da radioattività, si sono avuti a Hiroshima e Nagasaki, con la bomba atomica che non ha certo bisogno di presentazioni.
Da non sottovalutare l’inquinamento atmosferico: in base a cifre redatte annualmente dall’Organizzazione mondiale della sanità causa 2,4 milioni di morti. Le metropoli con peggiore qualità dell’aria sono Honk Kong e Los Angeles. L’aria inquinata contribuisce all’aumento dei casi di asma e di malattie polmonari. L’esposizione per 7 giorni a polveri sottili sopra la soglia causa modifiche nel DNA, oltre a rischio di ictus e infarti. Respirare PM10 aumenta i casi di allergie e di trombosi.
L’inquinamento da mercurio, metallo pesante e altamente tossico che viene impiegato soprattutto nelle centrali a carbone e nella produzione di ferro e acciaio, porta a maggior rischio di contaminazione nelle acque dei pesci che arrivano sulle nostre tavole, ma inquina anche il suolo. Tra gli effetti ci sono handicap neurologici, malattie ai reni, perdita di capelli, denti e unghie, e un’estrema debolezza muscolare.
Anche vapore acqueo, anidride carbonica, ozono e metano possono contribuire alle cause di peggioramento dell’aria, infatti causano l’aumento del fenomeno dell’effetto serra, con conseguente aumento dei livelli dei mari, delle zone desertiche e diminuzione dell’acqua.
Fra le cause riconducibili all’uomo, come non annoverare il rilascio nei fiumi e nei laghi di prodotti farmaceutici di vario tipo, che mescolati tra loro formano un cocktail micidiale per la nostra salute e per gli organismi che vivono in questi corsi d’acqua. L’ingestione di alimenti che contengono questi prodotti causano proliferazione cellulare.
Restando ai problemi per cui l’uomo ci mette lo zampino, voglio parlarvi anche dell’enorme consumo di plastica negli ultimi anni, che ha aumentato i rifiuti rilasciati nei mari. Le componenti tossiche della plastica causano interferenze di fenomeni alla base della riproduzione e dello sviluppo umano, alterano funzioni endocrine, favoriscono patologie come il diabete e insorgenza di malattie cardiovascolari. L’inquinamento da acque reflue maggiormente diffuso nei paesi del terzo mondo porta molte malattie tra cui tifo, colera e malaria.
Concludo l’articolo con questa citazione che esprime al meglio i concetti. “Se tagliassimo la popolazione mondiale del 90%, non resterebbero abbastanza persone per fare danni all’ecologia.” Ai posteri l’ardua sentenza.
Marco Forgione
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Stampa l'articolo | Questo articolo è stato pubblicato da Marco Forgione il 4 aprile 2014 alle 08:00, ed è archiviato come La voce dell'esperto. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso RSS 2.0. Puoi pubblicare un commento o segnalare un trackback dal tuo sito. |