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Gilles Villeneuve, il mito
Poco più di trent’anni fa ci lasciava un uomo le cui gesta sono sopravvissute al tempo.
Se un uomo, nonostante siano passati decenni dalla sua morte, viene ricordato da giovani o ragazzi di generazioni successive, vuol dire che nel suo piccolo era un mito. Gilles Villeneuve lo era nel vero senso della parola. Poche settimane fa è ricorsa una triste ricorrenza: il trentesimo anno di morte di quest’uomo straordinario.
Pilota di Formula uno e padre del campione del mondo 1997 Jacques Villeneuve, ha corso per scuderie come Toleman e per la Ferrari. Nel suo curriculum figura anche il titolo di vice-campione del mondo nel 1979 (il campione del mondo fu il pilota sudafricano Jody Shekter sempre su Ferrari). Una settimana prima del tragico 8 maggio 1982, fu protagonista di una drammatica ed epica gara ad Imola dove Didier Pironi, secondo pilota Ferrari, in un testa a testa mozzafiato, superò all’ultimo giro il canadese, nonostante quest’ultimo avesse un alettone danneggiato e gli ordini di scuderia erano quelli di lasciare la prima posizione a Gilles. Cosi non fu… Gilles si sentì tradito, interruppe una solida amicizia con Pironi e dichiarò vendetta.
Una settimana dopo, a Zolder, durante le qualifiche, la sete di vendetta di Villeneuve lo portò a primeggiare nei confronti del nuovo nemico e preso dalla foga, mentre rientrava ai box, a causa di un errore di valutazione, si scontrò con un’altra vettura e il suo corpo fu sbalzato fuori dall’abitacolo: per lui non ci fu niente da fare.
Gilles Villeneuve incarna certamente due aspetti raramente percepibili in questo nostro periodo storico. Lo sportivo che, nonostante non abbia mai visto realmente un titolo mondiale, viene soprannominato “L’aviatore” a causa delle sue mirabolanti e indimenticate gare. Gilles Villeneuve era anche un adorabile uomo nella sua semplicità, definibile come il classico tipo da pane e salame, colui al quale interessava soltanto correre per vincere e piuttosto che votarsi al lusso e alla mondanità, preferiva vivere da solo nel suo camper (l’alter ego per eccellenza di Mario Balotelli e compagnia bella).
Gilles Villeneuve per chi lo ha vissuto, ma anche per chi ne ha sentito parlare, fa rivivere la magia. E lo sport ha dato, all’anniversario della morte, uno scorcio umano di rare emozioni e sensibilità. Il figlio campione del mondo, il già citato Jacques Villeneuve, ha effettuato alcuni giri nel circuito del Mugello, con la vettura Ferrari F1 del 1979 (la 312T4) coinvolgendo l’allora ingegnere di pista e persino i meccanici che lavoravano per lui oltre trent’anni fa. Nonostante siano passati tutti questi anni Gilles, l’aviatore, è riuscito nell’intento e nel miracolo di rimanere nei cuori di chi lo ha vissuto, e di chi ne ha sentito parlare.
Gilles voleva diventare campione del mondo, invece divenne ed è rimasto campione dei nostri cuori, o perlomeno del mio.
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Stampa l'articolo | Questo articolo è stato pubblicato da Vincenzo Fotia il 12 giugno 2012 alle 07:29, ed è archiviato come Parole al vento. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso RSS 2.0. Puoi pubblicare un commento o segnalare un trackback dal tuo sito. |
circa 12 anni fa
non nel suo piccolo… Ora è oltre il mito.