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Franco Arminio presenta il suo libro fra amore per la poesia e per il territorio
La ricerca del bello in tutto ciò che ci circonda è stato uno dei punti su cui si è maggiormente soffermato il poeta.
Il palazzo ducale di Parete è uno dei simboli della rinascita artistica, o quantomeno di un nuovo interesse per l’arte, nel piccolo comune casertano. Non a caso, in una delle stanze è stata presentata la silloge poetica di Franco Arminio, “L’infinito senza farci caso”, una raccolta di poesie d’amore edita da Bompiani.
Un’occasione da non perdere per poter ascoltare le parole del poeta e paesologo, come si definisce, che vive in Irpinia ma che con il suo lavoro ha girato l’intero stivale. L’amore che ha versato nelle sue poesie è lo stesso che nutre per la propria terra, e anche di questo ha parlato. A dir poco interessante il passaggio su come, nei paesi piccoli, ci siano criticatori di professione, quelli per cui non c’è nulla di bello, e come mancano gli elogiatori di professione, quelli che trovano nel talento canoro locale, o anche nel “semplice” negoziante all’angolo, un motivo di vanto e ne parlano bene in giro. Una cosa che renderebbe più bello qualunque posto, perché cambierebbe l’approccio, che è fondamentale per apprezzarne le bellezze.
A questo avviso, aggiungo un aneddoto personale: qualche tempo fa ho visitato Matera e i suoi rinomati sassi. Ebbene, attraverso un amico avevo saputo come vedeva la città una persona del luogo, suo conoscente, ovvero che non c’è niente, solo case diroccate, un centro storico con un paio di locali e stop. La visitai perché una singola voce, contro il titolo di Capitale europea della cultura 2019, perde di brutto. Il primo giorno la guida che ci portò a visitare i sassi ce ne parlò così bene che, se non fossi già lì in quell’istante, ci sarei andato apposta per sentirlo diffondere positività con le sole parole.
Archiviata la lunga parentesi sulla paesologia e la positività, il poeta ha cercato di creare unione attraverso il canto che, grazie all’enorme folla accorsa, ha avuto buon esito, e ad alcuni stralci divertenti, tratti da “Cartoline dai morti”, sua pubblicazione del 2010. Non sono mancati bis e interventi da un pubblico attentissimo, per poi finire con gli autografi al libro e, in alcuni casi, una foto con l’autore, come ho fatto io.
Franco Arminio, senza alcuna fretta, si è fermato a scambiare qualche parola singolarmente con tutti quelli in fila per la dedica, ottimo modo per chiudere l’incontro con il pubblico.
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Stampa l'articolo | Questo articolo è stato pubblicato da Paolo il 30 novembre 2019 alle 08:00, ed è archiviato come Parole al vento, VIP shots. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso RSS 2.0. Puoi pubblicare un commento o segnalare un trackback dal tuo sito. |