Il libro in cui Frankie hi-nrg mc cambia volto, passando da grande artista musicale a scrittore che sa cosa dire e come.

Frankie hi-nrg mc, al secolo Francesco Di Gesù, con “Faccio la mia cosa” non ha scritto l’ennesima autobiografia di un cantante che fa il punto sulla sua vita. Ha dato alle stampe un libro in cui prende sì in esame la sua vita, ma attraverso gli aneddoti sulla nascita del rap e dell’hip hop il suo diventa un lavoro serio e profondo su come sia venuto al mondo quel tipo di musica.
Non c’è solo lui, quindi, ma i Run DMC, James Brown (a cui dedica un capitolo intero per parlare della canzone “Funky Drummer”, che ha contribuito agli esordi dell’hip hop), Afrika Bambaataa e molti altri, che si avvicendano, vanno e vengono tra le pagine e compongono un mosaico che, se non dà un’idea completa, quantomeno raccoglie abbastanza elementi su come si sviluppa, sin dal primo embrione, un genere musicale.
Difatti, il saggio di Frankie hi-nrg mc si può dividere in due filoni, quello sulla musica e quello sulla famiglia, con cui viaggia in giro per l’Italia. Il padre, Giovanni, e la madre, Germana, sono figure centrali almeno quanto lui, per un delicato omaggio ai suoi genitori che non ha nulla da invidiare ai romanzi sull’argomento. Proprio in queste pagine si coglie la bravura dello scrittore, e intendo per la prosa, perché come paroliere di testi delle sue canzoni, non a caso è considerato un maestro di fianco ad artisti come Caparezza, Fabri Fibra e altri.
Nomino Fabri Fibra non a caso: sua è la prefazione e di lui parla Frankie hi-nrg mc sul finale, quando dice di come abbia influenzato nel profondo Fabri Fibra con una semplice esibizione televisiva, la prima di “Fight da faida”.
Ottimo, appunto sulla sua canzone d’esordio, il modo in cui parla di come è nata, passettino dopo passettino. A me personalmente piace tantissimo leggere di come nascano le idee, lo adoro e mi aiuta nel mio processo di scrittura. Quindi, sarei di parte sugli ultimi capitoli, con l’idea di “Fight da faida” che finalmente gli esplode in testa e deve trovare il modo di venire alla luce. Ma non sono di parte quando parlo di un dato oggettivo: il periodico Rolling Stones l’ha eletta come miglior canzone rap della storia della musica italiana.
Un’autobiografia da leggere, magari accompagnando i vari capitoli alle canzoni di cui parla, per immergersi con tutti i sensi fra le pagine.