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Doctor Sleep – Stephen King (Recensioni)
Il ritorno di Dan Torrance, bambino al centro del celebre romanzo “Shining”.
Stephen King, nella prolifica produzione recente, sta tornando sempre più sui vecchi luoghi che ben conosce per dare una nuova storia in regalo ai suoi lettori. Da Derry a Castle Rock, che ogni tanto si rifanno vivi, a “La leggenda del vento”, con il pistolero Roland di Gilead, il Medio-Mondo e la Torre Nera, per finire con “Doctor Sleep”, seguito del fortunatissimo “Shining”, reso celebre da Stanley Kubrick e dal suo film.
Ben 36 anni (dal 1977 al 2013) per parlare di nuovo di Dan Torrance. King stesso ha affermato che, durante le presentazioni dei suoi libri, una delle domande più frequenti fosse sulla fine fatta dal bimbo prodigio, o meglio “speciale” grazie alla Luccicanza. Ed ecco un Dan Torrance ormai adulto che prende la cattiva strada tracciata dal padre Jack, diventando alcolista perché non tollera le visioni dovute al suo potere.
Riesce a prendere in mano la propria vita con l’arrivo a Frazier, nel New Hampshire, e conoscendo Billy Freeman che lo spinge verso gli Alcolisti Anonimi, allontanandolo dalla bottiglia. Qui diventa Doctor Sleep, dottor Sonno, facendosi assumere in una clinica per pazienti anziani nel quale, con l’aiuto di un gatto che sembra prevedere quando un paziente sta per morire, “accompagna” l’ultimo viaggio dei pazienti malati.
A mio modo di vedere, in questa parte strizza l’occhio all’eutanasia. Ma la parte centrale del libro riguarda ovviamente la Luccicanza, lo Shining, quando da alcuni elementi capisce che una ragazzina, Abra Stone, ha un potere mille volte più grande del suo, e sulle sue tracce si è messo il “Vero Nodo”, un gruppo di vampiri che, invece di succhiare il sangue, per vivere ha bisogno della Luccicanza. Per ottenerla, i membri devono però uccidere i bambini dotati del potere.
Scatta una corsa contro il tempo per evitare che Abra venga catturata, e diventa una lotta contro il Vero Nodo, presieduto da Rose Cilindro. Teatro dello scontro finale, proprio l’Overlook Hotel in Colorado, o meglio le macerie dello stesso albergo.
Tra sedute degli Alcolisti Anonimi e il rapporto con il padre Jack Torrance, ormai defunto, che si scopre essere il nonno di Abra stessa, in questo lungo romanzo Stephen King chiude il cerchio aperto con Shining: riguardo il libro del 1977, lo stesso scrittore americano confessò di averlo scritto durante un suo periodo di alcolismo, e gli AA di “Doctor Sleep” sono una sorta di redenzione. Stessa redenzione presente nel finale, quando Dan perdona il padre Jack, il cui fantasma aiuta Dan e Abra nella lotta contro il Vero Nodo: i lettori voraci di King sanno che il padre abbandonò la famiglia quando lo scrittore del Maine aveva solo 3 anni, e non a caso le forti figure femminili (e le figure maschili che spesso sono disegnate come cattive e che fanno una brutta fine) dei libri di King sono una conseguenza di quell’abbandono.
Ne traspare un senso di pace e di nuovo inizio, che difficilmente verrebbe reso bene sul grande schermo, anche per alcune differenze libro-film su “Shining”: una su tutte, il cuoco Dick Hallorann nel film muore, mentre nel libro sopravvive e anzi ha una piccola parte in “Doctor Sleep”.
Titolo originale
|
Doctor Sleep |
Autore
|
Stephen King |
Anno pubblicazione
|
2013 |
Lingua originale
|
Inglese |
Genere
|
Horror |
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Stampa l'articolo | Questo articolo è stato pubblicato da Paolo il 1 novembre 2014 alle 08:00, ed è archiviato come horror, Raccolta Stephen King, Recensioni. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso RSS 2.0. Puoi pubblicare un commento o segnalare un trackback dal tuo sito. |