L’atto del suicidio attraverso l’estro di Giuseppe Galato.

Un centinaio di pagine bastano a Giuseppe Galato per dar vita a una “Breve guida al suicidio” assolutamente da leggere, grazie soprattutto, a mio avviso, alle numerosissime citazioni e ai giochi di parole. Gerry Tilliam, l’Evasione Fecale e Michael J. McFly sono termini che da soli strappano un sorriso, ma se inseriti in un contesto più grande, un’opera che porta il lettore in una direzione ben precisa, diventano le proverbiali ciliegine sulla torta.

La trama risulta molto spezzettata proprio a seguito degli episodi narrati, e se l’impressione, leggendo un solo capitolo, è di trovarsi di fronte la prosa di Giobbe Covatta, dopo aver letto tutto sembra di più idealmente una puntata di Zelig a tema, con molti artisti che dicono la loro, in chiave ironica, sullo stesso argomento. Non sempre, però, Galato riesce a tenere questo ritmo, come quando Berlusconi parla con Dio, pretesto che l’autore usa per far dire a Berlusconi stesso tutte le sue “malefatte”. Questa parte riporta alla mente la “barzelletta” appunto sul Silvio politico che gira su Facebook, quella in cui Gesù, dalla croce, riassume la vita dell’ex premier, e che francamente non fa ridere.

Piccole cadute a parte, resta un libro che è molto di più di una storia ironica sul suicidio, i vari metodi, i casi storici e quant’altro, miscelati in maniera ottima (torno su Michael J. McFly, anche nel libro accostato alla DeLorean di “Ritorno al futuro”: sia il gioco di parole che la citazione sono sublimi). È un manifesto contro la società odierna, capace di seguire allo sfinimento Belen e la prima cacca del suo bambino e ignorare i grandi problemi del mondo, dalle guerre alla povertà. La politica, attraverso il sarcasmo, è vivisezionata e viene estratto ogni punto debole. Peccato, alla fine, per la brevità del libro, cui una lunghezza maggiore avrebbe fatto fare forse il definitivo salto di qualità.