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Viterbo tra storia e turismo
Il centro storico, medievale, svetta sulla città intera.
Alcune città o borghi italiani hanno un enorme pregio: essere riusciti a rimanere invariati esteriormente, almeno in alcuni quartieri, rispetto a un migliaio d’anni fa, mentre gli interni delle abitazioni sono stati adattati ai tempi moderni. È una manna per gli studiosi di storia, per il turismo e, perché no, anche per il reparto cinematografico: Mel Gibson per il suo film “La passione di Cristo”, difatti, ha girato alcune scene a Craco e a Matera, in Basilicata, piuttosto che in studi americani “finti” con pareti di cartone.
Viterbo è tra questi posti, e val bene la pena di un viaggetto. Nello stesso centro storico, molti B&B, veri e propri appartamenti in realtà, permettono di vivere dall’interno la magia del luogo. La macchina turistica si è mossa bene e, tra il trenino che gira per le mura storiche e guide turistiche colte e preparate, è una scoperta continua. Diversi i luoghi da visitare, come il Palazzo dei Papi, o la Cattedrale di San Lorenzo, o ancora la peculiare Chiesa di San Silvestro. A quest’ultima è legato un evento forse unico nel suo genere: nel 1271 al suo interno venne compiuto un omicidio, e per interno significa praticamente l’altare. Nessun rito satanico, semplicemente il principe Enrico di Cornovaglia venne raggiunto dai suoi assassini all’interno della chiesa, durante la messa, e cercò rifugio sull’altare, ma nemmeno questo gli evitò la morte.
Ho parlato di 1271, ma alcuni edifici della città risalgono al 1100, con le case sviluppatesi tutt’attorno ai punti più alti, a strati mentre si scende a valle, con il risultato di gradini presenti in molti quartieri, poco pratici per carrozzine, passeggini o altro. Anche gli erculei portatori della celebre Macchina di Santa Rosa, alta circa 30 metri e pesante circa 50 quintali, hanno le loro difficoltà a portare questo “monumento” con la sola forza delle spalle e del corpo nei vicoli a volte molto stretti.
Ma le difficoltà dovute ai gradini colpiscono anche posti vicini a Viterbo, e raggiungibili in breve tempo. Il Parco dei Mostri, detto anche Bosco Sacro, a Bomarzo, è un grosso agglomerato di statue gigantesche e deformi immerse in un ampio giardino e risale a metà 1500. Anche qui, le statue volute dal principe Pier Francesco Orsini si sviluppano su più strati, tra rivoli d’acqua e suoni della natura. Il risultato è davvero notevole, ma ancora una volta difficile da ammirare per chi non deambula bene.
Civita di Bagnoregio, definita la “città che muore”, è un altro esempio di borgo sviluppatosi tra decimo e undicesimo secolo, e raggiungibile attraverso un lungo ponte che ricorda il cammino di Santiago, nelle emozioni che dà l’avvicinarsi a una cittadina posta su una roccia, e dal cui interno si vedono paesaggi mozzafiato. Un’esperienza quasi unica per la vista esterna, mentre per l’interno ricorda la vicina Viterbo o altri borghi medievali.
In tutti questi posti, uno dei punti forti è ovviamente l’arte culinaria, con piatti di cacciagione e di verdure del luogo a far sentire i turisti in un altro mondo.
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Stampa l'articolo | Questo articolo è stato pubblicato da Paolo il 17 agosto 2017 alle 08:00, ed è archiviato come Parole al vento. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso RSS 2.0. Puoi pubblicare un commento o segnalare un trackback dal tuo sito. |