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Recensione: I perdenti – Maria Clausi
L’opera d’esordio di Mara Clausi rappresenta un grido d’allarme sullo stato in cui versa l’Italia, specialmente quella del Sud. La formazione dell’autrice ha aiutato l’affrontare di certi temi, come il lavoro nero, la malasanità e l’illegalità in generale: avvocato e magistrato onorario, vive e opera a Nocera Terinese, in provincia di Catanzaro, dove è ambientato il romanzo stesso.
La storia parte con Francesco Mercuri e la fidanzata Giulia, in cerca entrambi di un posto di lavoro “pulito”, senza ricorrere a raccomandazioni, tangenti e “pagamenti in natura” per avere un futuro e un lavoro tranquilli.
La prima scossa la dà Giulia, che passa dalla parte dei “cattivi”, concedendosi a un uomo di potere per raggiungere il suo obiettivo. Poco dopo lascia Francesco ed è qui che effettivamente inizia il romanzo, con la parabola discendente della famiglia Mercuri, novelli Malavoglia. E le similitudini con il lavoro di Giovanni Verga, tra le pietre miliari del verismo italiano, non terminano qui.
Entrambi i romanzi sono ambientati nel profondo sud, Catanzaro per la Clausi e Catania per Verga, ed entrambi affrontano gli “sconfitti”. Dal ciclo dei vinti ai perdenti della scrittrice calabrese ne passa, ovviamente, ma l’opera d’esordio del magistrato contiene in sé tutti gli elementi del romanzo di denuncia sociale.
Forse quello in cui pecca è il sottolineare troppo gli aspetti negativi a discapito di quelli positivi. La malasanità “assaggiata” dal padre di Francesco, le tragiche conseguenze del caso di lavoro nero, vittima la famiglia della sorella di Francesco stesso, o le sue peripezie per trovare lavoro attraverso la vittoria di un concorso pubblico, sono sì parte del malcostume italiano, ma non c’è solo questo, e sopratutto non è presente solo al sud, come l’autrice lascia intendere con il personaggio di Marco. Non c’è bisogno di emigrare per vedersi riconosciuti certi diritti, si avverte la mancanza di questo messaggio di speranza nella storia.
La letteratura è in maggior parte morale, con il cattivo di turno che viene punito, e i buoni che “vissero tutti felici e contenti”. Questo lavoro non fa eccezione, nonostante sulle prime non sembri: la scoperta di Dio, da parte di Francesco Mercuri, lo porta a trovare una sua serenità, rafforzata da un altro paio di vittorie personali. Il concetto di “perdente” è così ribaltato, dai Mercuri ai furbi, che ricorrono a mezzucci per ottenere tutto. I perdenti, alla fine, sono loro, che perdono la dignità per rincorrere l’agio, mentre chi segue le regole può finalmente camminare a testa alta.
Titolo originale
|
I perdenti |
Autore
|
Maria Clausi |
Anno pubblicazione
|
2011 |
Lingua originale
|
Italiano |
Genere
|
Narrativa |
Editore
|
La Gru |
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Stampa l'articolo | Questo articolo è stato pubblicato da Paolo il 21 maggio 2011 alle 10:38, ed è archiviato come narrativa, Recensioni, romanzo. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso RSS 2.0. Puoi pubblicare un commento o segnalare un trackback dal tuo sito. |