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Ratto – Leo Ortolani (Recensioni)
Questo lavoro si differenzia, tra i vari omaggi ai film di culto tipici della sua produzione, perché contiene anche altre chiavi di lettura.
Premetto che, adorando Sylvester Stallone, Arnold Schwarzenegger, Bruce Willis e tutto il filone dei film d’azione, mi sono avvicinato a questo libro di Leo Ortolani per il personaggio principale, che ricalca John Rambo, uno dei due maggiormente iconici di Stallone (oltre ovviamente all’immortale Rocky Balboa).
A “difese abbassate” quindi, il colpo delle prime pagine, con la descrizione di Eutanèsia, è stata di forte impatto. Eutanèsia è un paese in cui si svolge una guerra da più di trent’anni, ormai luogo di vacanze per vedere “la vecchia che piange perché ha perso tutto” e altre vittime del conflitto. Rat Man, l’ispettore Brakko e Jordan, ormai volti familiari per gli amanti del fumettista pisano, decidono di passarci una settimana, nel corso del quale, tra la comicità assurda di Ortolani e vignette più serie, il lettore è catapultato in una vicenda che si sposta su più livelli.
Jordan e Brakko vengono fatti prigionieri, ed è a questo punto che fa la sua comparsa “Guerra”, ovvero Sylvester Stallone, richiamando il film “John Rambo” del 2008, il quarto della serie. Rat Man deve salvare gli amici con l’aiuto di Guerra e deve affrontare i suoi demoni al tempo stesso, magari coadiuvato da Gesù, inteso proprio come improbabile personaggio che entra nella storia, ne fa parte e dà vita a divertenti gag.
La cosa notevole è la facilità con cui si passa dai tre “turisti” che bevono la propria urina, in una pagina da sbellicarsi dalle risate, a scene in cui viene ucciso un uomo e gli altri presenti, invece di aiutarlo, si fanno dei selfie, lamentandosi se non vengono bene. In questo, mi ha ricordato “Kobane Calling” di Zerocalcare, altra opera da non perdere. Nell’aspetto maggiormente filmistico, invece, a venire in mente è “La lunga notte dell’investigatore Merlo”, in cui Leo Ortolani omaggia Casablanca, pietra miliare della cinematografia, ma dà un’impronta assolutamente personale. Accade anche in “299+1” (dal film 300) e “Il grande Magazzi” (da Harry Potter e Twilight). Una formula vincente, insomma, che forse non ha mai raggiunto i livelli di “Ratto”.
Piccola nota a margine: io ho la versione a colori del 2016, ma è comparso per la prima volta nel 2009 in Rat Man Collection, in bianco e nero.
Titolo originale
|
Ratto |
Autore
|
Leo Ortolani |
Anno pubblicazione
|
2016 |
Lingua originale
|
Italiano |
Genere
|
Fumetto |
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Stampa l'articolo | Questo articolo è stato pubblicato da Paolo il 12 luglio 2018 alle 08:00, ed è archiviato come fumetto, Recensioni. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso RSS 2.0. Puoi pubblicare un commento o segnalare un trackback dal tuo sito. |