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La medicina della scrittura (6° parte). I personaggi
Con questa lezione, inizia idealmente la seconda parte di questo corso di scrittura. Quindi, eccoci qui, abbiamo accumulato conoscenza grazie alla lettura, e siamo seduti con carta e penna, o alla macchina da scrivere, o più probabilmente al computer.
L’idea è sviluppata il necessario per poter cominciare il viaggio. Di conseguenza, adesso avremo anche percezione dei nostri personaggi. Una delle cose più difficili, nello scrivere un libro, è appunto dare profondità ai personaggi (e al posto in cui vogliamo farli muovere, ma di questo parleremo più in là).
Pensiamo a The Sims, il popolare gioco nel quale si muove il proprio personaggio per fargli svolgere una vita normale. Ecco, lo stesso dovremo fare nella nostra storia. Quanto più sarà lunga e di ampio respiro, maggiori saranno le varianti da calcolare.
In The Sims scegliamo cosa far fare al nostro personaggio. Ebbene, lo stesso vale per un racconto o un romanzo. Alcune mosse, alcune azioni, le avremo già in mente, dei passaggi obbligati per portare avanti la storia, ma a svolgerle sarà un personaggio che dovrà avere credibilità: impensabile porre un postino in un moderno laboratorio scientifico e farlo armeggiare con le provette, dovrà compiere i suoi passi, fare le sue scoperte, portando la posta.
Ci sono, ovviamente, diverse eccezioni, molte valevoli per quanto concerne il genere umoristico, alcune altre se la storia lo richiede, ma evitiamo che il nostro personaggio faccia cose che non gli competono.
Dovremo quindi descrivere il nostro personaggio, e con lui tutti gli altri. La descrizione dovrà arrivare attraverso discorsi di altri, o azioni “di transizione” compiuti nelle prime pagine, o ancora attraverso una lettera che potrebbe essere anche l’incipit alla storia. Ci sono molti modi, consiglio di evitarne uno in particolare: mettere i personaggi sotto i riflettori e narrarne vita, morte e miracoli nella prima pagina.
Non andiamo di fretta, lasciamo che facciano cose, che dicano cose.
Piccolo esempio: X odia Giovanni. Invece di scrivere “X odiava Giovanni fino al midollo” mettiamolo a parlare con la vicina di casa e facciamogli dire “Giovanni deve morire!”
Avremo così ottenuto il nostro obiettivo senza essere pedanti.
Altro problema: quali caratteristiche dare ai nostri personaggi? Per dar loro profondità, dobbiamo documentarci su quella che sarà la loro occupazione, o le loro inclinazioni, o le azioni che dovranno compiere. Se uno di loro dovrà esplodere un proiettile, ci toccherà almeno sapere dov’è il grilletto, in una pistola, così che l’azione, ricca di particolari, risulterà maggiormente convincente.
Giochiamo con loro, ma sapendo con cosa e come giocare. Tutto qui.
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Stampa l'articolo | Questo articolo è stato pubblicato da Paolo il 5 aprile 2011 alle 09:57, ed è archiviato come Corso di scrittura, Parole al vento. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso RSS 2.0. Puoi pubblicare un commento o segnalare un trackback dal tuo sito. |