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La medicina della scrittura (18° parte). Blocco dello scrittore, case editrici e ultimi appunti
Se avete letto con attenzione questo corso di scrittura, adesso potrete cimentarvi con il magico mondo dell’arte, sempre che siate predisposti.
Se ancora non riuscite a creare, o meglio avete l’idea, i personaggi, i luoghi, ma davanti alla macchina da scrivere non riuscite a partorire nulla, probabilmente siete vittime del blocco dello scrittore.
Solitamente succede perché siete intimoriti dalla storia, pensate di non riuscire a esprimere tutto quello che avete dentro, o avete paura di un fiasco. In tal caso fate altro, rilassatevi, non pensate al libro, alle aspettative riposte. Anche se tutti vi diranno che la storia fa schifo, questo verrà molto dopo e, come avete letto la scorsa lezione, ci sono molti modi per rendere migliore lo scritto.
Dopo qualche giorno, ritentate, e così via, fin quando riuscirete a scrivere qualcosina. A questo punto, sarà un po’ come un fiume che rompe una diga: il flusso mentale prenderà il sopravvento e creerete con una velocità che non pensavate possibile.
Se non riuscite a trovare lo spiraglio giusto, provate a mettervi seduti e sfogliate qualche pagina inerente quel che dovete scrivere per accumulare nozioni, è un altro ottimo modo per sbloccarvi. O ancora cercare di vedere la storia come un insieme di scene: non vi mancano 150 pagine e 30 scene alla fine, ma volete scrivere la prima scena e vedere come va. Se vi solletica di più una delle scene centrali, extrema ratio partite da quella, anche se consiglio caldamente di seguire il filo logico della storia, e non scrivere prima la pagina 30, poi la 4, poi la 75 e così via.
Se comunque non riuscite a cavare un ragno dal buco, forse è la storia a non essere valida, o non è il momento per raccontarla.
Dedicatevi ad altro, riuscirete a scrivere qualcos’altro, o magari riprendere con successo la stessa idea, ma dopo qualche tempo. In men che non si dica, avrete scritto il vostro libro.
Quando avrete la vostra bella storia, riscritta e impacchettata, nel mandarla a una casa editrice tenete a mente che state per confrontarvi con il mondo esterno: non abbiate paura di un rifiuto, vuol dire solo che potete migliorare. Non c’è una congiura contro di voi perché il mondo teme le vostre capacità, e nemmeno la casa editrice vuole rubarvi la storia. Semplicemente non siete ancora all’altezza. Lavorate, migliorate e lo sarete presto.
Nel momento in cui, invece, la casa editrice accetta di pubblicarlo, dovrete fare i conti con i lettori della casa editrice stessa: un gruppo di persone preposte, che esaminerà il libro e interverrà per renderlo più fruibile.
Siete degli esordienti: se sono stati fatti dei cambiamenti, solitamente, è perché andavano fatti. Fatene tesoro, e la vostra vittoria sarà, al libro successivo, che il gruppo esaminatore non dovrà intervenire in modo massivo.
Siamo così giunti alla fine di questo corso. Vi ringrazio per essere arrivati fin qui, e spero di avervi aiutato. Se avete dubbi, o volete che venga trattato un tema in particolare, fatemi sapere. Allo stesso modo, se volete contattarmi per confrontarvi con me su un aspetto della scrittura, su questo sito troverete tutti gli indirizzi che vi servono.
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Stampa l'articolo | Questo articolo è stato pubblicato da Paolo il 11 agosto 2011 alle 09:02, ed è archiviato come Corso di scrittura, Parole al vento. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso RSS 2.0. Puoi pubblicare un commento o segnalare un trackback dal tuo sito. |