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La medicina della scrittura (14° parte). I dialoghi
Bentornati a questo corso di scrittura creativa. Questa volta, tratteremo un argomento che, nella realizzazione di una buona storia, non può assolutamente essere sottovalutato.
I dialoghi sono una delle discriminanti per acquisire, o perdere, lettori, pertanto devono essere curati fin nei dettagli. Immaginiamo di scrivere un libro che tratta il tema della criminalità, e immaginiamo di scriverne un altro, ambientato a Londra nel 1888. I due spacciatori che parlano tra di loro avranno di certo un linguaggio diverso rispetto a Jack lo Squartatore e la sua possibile vittima del secondo esempio, giusto?
Sembra ovvio ma non lo è per tutti. Ogni tipologia di romanzo, e da qui ogni personaggio, chiede un lessico peculiare quando apre bocca.
Errore comune, non ficcarci mai espressioni comuni o addirittura lievemente errate dal punto di vista grammaticale. Per scrivere dei buoni dialoghi dobbiamo capire come i nostri personaggi possono parlare: se sono di cultura modesta, un “facciamo come ci pare a noi” è molto più adatto al discorso rispetto a un “portiamo avanti le nostre decisioni, nessuno verrà a chiedercene conto”. La seconda opzione non è errata a prescindere, ma va usata solo se il lettore si aspetta che dalla bocca del personaggio esca proprio quella frase.
Non a caso, uno degli esercizi basilari di una scuola di scrittura è appunto creare un dialogo credibile di poche righe tra due o più personaggi (più sono, più aumenta il coefficiente di difficoltà). E altrettanto non a caso, tra gli stili di scrittura ce n’è uno molto particolare, l’intervista orale, senza nessuna descrizione, composto solo di dialoghi, nei quali deve accadere tutto e va spiegato tutto. Qualche tempo fa, ho pubblicato un racconto con questo stile, all’inizio non è facile trovare la quadratura del cerchio.
Ulteriore motivo per curare i dialoghi, è saperli rendere funzionali a tutta la storia, e metterli al centro di alcune scene, per spezzare il ritmo altrimenti monotono. Ad esempio, sul luogo di un delitto, meglio far interagire due agenti e spiegare attraverso loro come si presenta la scena, piuttosto che farne una asettica descrizione che farà addormentare, nel migliore dei casi, il lettore occasionale. I dialoghi sono i nostri grandi alleati nella costruzione di un racconto, teniamone conto.
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Stampa l'articolo | Questo articolo è stato pubblicato da Paolo il 28 giugno 2011 alle 09:20, ed è archiviato come Corso di scrittura, Parole al vento. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso RSS 2.0. Puoi pubblicare un commento o segnalare un trackback dal tuo sito. |