- Home
- Dodici
- Chi sono
- Paolo Merenda
- Presentazioni letterarie
- Pubblicazioni
- Al di sopra di ogni sospetto
- A Levante – Etica-Estetica
- Racconti per il Natale 2015
- Note di storia e cultura salentina 2015
- In Bilico – Storie di animali terrestri
- Cafè des artistes
- Caffè Blues – 2° Art Cafè
- Caffè Blues – 1° Art Cafè
- Note di storia e cultura salentina
- Antologia “Fortunato Pasqualino”
- Talkink
- Scrivono di me
- VIP shots
- Categorie
- Corso di scrittura
- 1. La terapia dell’arte
- 2. Per chi (e perché) si scrive
- 3. L’idea
- 4. L’importanza dei classici
- 5. Leggere
- 6. I personaggi
- 7. L’immedesimazione nei personaggi
- 8. L’ambientazione
- 9. Il punto di vista
- 10. Lo stile
- 11. L’importanza di documentarsi
- 12. Rispetto per il lettore
- 13. Lo sviluppo della storia
- 14. I dialoghi
- 15. Sospensione
- 16. La fine
- 17. Riscrittura
- 18. Blocco dello scrittore, case editrici e ultimi appunti
- 19. Il mondo dell’editoria
- 20. Racconto o romanzo?
- 21. Promozione e pubblicità dell’opera
- Scrivere è vita – Viaggio nel mondo della scrittura
- L’arte è rivoluzione
- Recensioni
- Contattami
- Disclaimer
La medicina della scrittura (14° parte). I dialoghi
Bentornati a questo corso di scrittura creativa. Questa volta, tratteremo un argomento che, nella realizzazione di una buona storia, non può assolutamente essere sottovalutato.
I dialoghi sono una delle discriminanti per acquisire, o perdere, lettori, pertanto devono essere curati fin nei dettagli. Immaginiamo di scrivere un libro che tratta il tema della criminalità, e immaginiamo di scriverne un altro, ambientato a Londra nel 1888. I due spacciatori che parlano tra di loro avranno di certo un linguaggio diverso rispetto a Jack lo Squartatore e la sua possibile vittima del secondo esempio, giusto?
Sembra ovvio ma non lo è per tutti. Ogni tipologia di romanzo, e da qui ogni personaggio, chiede un lessico peculiare quando apre bocca.
Errore comune, non ficcarci mai espressioni comuni o addirittura lievemente errate dal punto di vista grammaticale. Per scrivere dei buoni dialoghi dobbiamo capire come i nostri personaggi possono parlare: se sono di cultura modesta, un “facciamo come ci pare a noi” è molto più adatto al discorso rispetto a un “portiamo avanti le nostre decisioni, nessuno verrà a chiedercene conto”. La seconda opzione non è errata a prescindere, ma va usata solo se il lettore si aspetta che dalla bocca del personaggio esca proprio quella frase.
Non a caso, uno degli esercizi basilari di una scuola di scrittura è appunto creare un dialogo credibile di poche righe tra due o più personaggi (più sono, più aumenta il coefficiente di difficoltà). E altrettanto non a caso, tra gli stili di scrittura ce n’è uno molto particolare, l’intervista orale, senza nessuna descrizione, composto solo di dialoghi, nei quali deve accadere tutto e va spiegato tutto. Qualche tempo fa, ho pubblicato un racconto con questo stile, all’inizio non è facile trovare la quadratura del cerchio.
Ulteriore motivo per curare i dialoghi, è saperli rendere funzionali a tutta la storia, e metterli al centro di alcune scene, per spezzare il ritmo altrimenti monotono. Ad esempio, sul luogo di un delitto, meglio far interagire due agenti e spiegare attraverso loro come si presenta la scena, piuttosto che farne una asettica descrizione che farà addormentare, nel migliore dei casi, il lettore occasionale. I dialoghi sono i nostri grandi alleati nella costruzione di un racconto, teniamone conto.
Ti potrebbe anche interessare:
Aspirante scrittore, gli esordi e le difficoltà da affrontare
La medicina della scrittura (2° parte). Per chi (e perché) si scrive
La medicina della scrittura (4° parte). L’importanza dei classici
La medicina della scrittura (8° parte). L'ambientazione
La medicina della scrittura (9° parte). Il punto di vista
La medicina della scrittura (21° parte). Promozione e pubblicità dell’opera.
“Dodici”, un traguardo raggiunto
Se ti è piaciuto quello che hai letto aiutaci a diffonderlo. Clicca qui -->
Stampa l'articolo | Questo articolo è stato pubblicato da Paolo il 28 giugno 2011 alle 09:20, ed è archiviato come Corso di scrittura, Parole al vento. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso RSS 2.0. Puoi pubblicare un commento o segnalare un trackback dal tuo sito. |