- Home
- Dodici
- Chi sono
- Paolo Merenda
- Presentazioni letterarie
- Pubblicazioni
- Al di sopra di ogni sospetto
- A Levante – Etica-Estetica
- Racconti per il Natale 2015
- Note di storia e cultura salentina 2015
- In Bilico – Storie di animali terrestri
- Cafè des artistes
- Caffè Blues – 2° Art Cafè
- Caffè Blues – 1° Art Cafè
- Note di storia e cultura salentina
- Antologia “Fortunato Pasqualino”
- Talkink
- Scrivono di me
- VIP shots
- Categorie
- Corso di scrittura
- 1. La terapia dell’arte
- 2. Per chi (e perché) si scrive
- 3. L’idea
- 4. L’importanza dei classici
- 5. Leggere
- 6. I personaggi
- 7. L’immedesimazione nei personaggi
- 8. L’ambientazione
- 9. Il punto di vista
- 10. Lo stile
- 11. L’importanza di documentarsi
- 12. Rispetto per il lettore
- 13. Lo sviluppo della storia
- 14. I dialoghi
- 15. Sospensione
- 16. La fine
- 17. Riscrittura
- 18. Blocco dello scrittore, case editrici e ultimi appunti
- 19. Il mondo dell’editoria
- 20. Racconto o romanzo?
- 21. Promozione e pubblicità dell’opera
- Scrivere è vita – Viaggio nel mondo della scrittura
- L’arte è rivoluzione
- Recensioni
- Contattami
- Disclaimer
Intervista esclusiva a Tony Tammaro
Parliamo di un artista che non ha davvero bisogno di presentazioni. Vincenzo Sarnelli, in arte Tony Tammaro, che ha fatto il botto sin da subito. Nel 1989 esordisce sulla scena musicale con una musicassetta autoprodotta, Prima cassetta di musica tamarra, nella quale è presente uno dei suoi tormentoni, Patrizia. Ben 15.000 copie originali vendute, e chissà quante “copie pezzotte” sulle bancarelle di cui parla spesso nelle sue canzoni.
Da allora, è stato tutto un crescendo: album su album, dal successo sempre maggiore, che lo hanno portato a esibirsi su palchi e teatri di tutta la penisola. Ha lavorato anche per Radio Marte, e ha avuto un suo programma televisivo, Tamarradio, dal 1999 al 2000, su Teleoggi-Canale 9, risultato uno dei programmi maggiormente seguito nel Sud Italia. Prima e dopo di allora, ospite in numerose trasmissioni nazionali, si è esibito al fianco di gente come Maurizio Costanzo, Zuzzurro e Gaspare e molti altri. A metà 2010, è uscito il suo lavoro più recente, Yes I Cant, che già nel titolo contiene uno dei suoi deliziosi giochi di parole, forse maggiormente intuibile a Napoli che al nord.
Simpatico come sempre, l’ho intervistato per voi.
D: All’inizio, dopo il successo di Patrizia, pensavi di ottenere i risultati che hai ottenuto nel corso degli anni, o a volte hai temuto di non farcela e hai pensato di mollare tutto?
R: Mai pensato di mollare. Quando ho scritto Patrizia facevo un altro mestiere, il direttore dell’Ufficio Vendite di una famosa libreria napoletana. Grazie a quella canzone ho potuto dedicarmi alla carriera di musicista professionista. Ed è la mia più grande soddisfazione: poter vivere di questo mestiere.
D: A quale delle tue canzoni ti senti più legato? E quale invece ha smesso di piacerti col passare del tempo?
R: La canzone a cui mi sento più legato è Patrizia, perché mi ha cambiato la vita. Non ci sono mie canzoni che non mi piacciono. Quando scrivo non lo faccio “tanto per”, considero le mie canzoni miei figli. In ogni brano c’è una parte di me stesso, per cui non posso non farmele piacere.
D: Il tuo genere è spesso definito demenziale. Cosa pensi di quest’“etichetta”?
R: “Demenziale” vuol dire più o meno “scemo”, non amo questo termine. Ultimamente ho trovato un aggettivo più confacente alla mia musica. Più che “demenziale” la definirei “antidepressiva”.
D: Oltre a fare musica e tenere concerti, hai lavorato in radio, in televisione. Cosa ti piace fare di più?
R: La cosa che più mi piace fare è la radio, soprattutto di notte. La radio ha un fascino tutto suo. La trovo “misteriosa”, si può giocare più di fantasia che in televisione.
D: Capitolo “copie pezzotto”. Cosa pensi del fenomeno copie pirata, che ti colpisce in prima persona? Può portare anche benefici, come arrivare in famiglie dove magari non saresti potuto arrivare con le copie originali?
R: Inutile negarlo, devo tutto ai falsari. Quando scoppiò il fenomeno “Patrizia” internet non esisteva. Le bancarelle portarono le mie canzoni anche nei paesi di montagna dove non esistono i negozi di dischi, seppur con meno vendite ufficiali. Le copie pirata quindi mi hanno fatto sia del male che del bene. Di conseguenza non so come esprimermi riguardo questo fenomeno.
D: Personalmente amo The dark side of the moonnezz, edito nel 2005, in particolare canzoni come “Supersantos”. In questo ultimo lavoro, Yes I Cant, denoto una crescita musicale ancora maggiore. Cosa ti aspetti da questo nuovo lavoro?
R: Quando si fa un disco si spera che almeno uno dei tuoi dieci o dodici figli sopravviva all’oblio del tempo. Se poi a sopravvivere sono due, tre o tutti quanti, meglio ancora.
D: Infine, hai progetti futuri su cui stai lavorando? Qualche scoop che vuoi dare ai tuoi fan?
R: Ho scritto e sto scrivendo: un soggetto cinematografico, un musical per il teatro, un romanzo e una manciata di canzoni “serie” da far cantare ad altri. Inoltre mi sto occupando di mettere su un grande allestimento “live” per festeggiare i vent’anni di carriera. Ecco il motivo per cui… rispondo in maniera stringata alle tue domande. Sono stra impegnatoooo!
Ti potrebbe anche interessare:
Se ti è piaciuto quello che hai letto aiutaci a diffonderlo. Clicca qui -->
Stampa l'articolo | Questo articolo è stato pubblicato da Paolo il 14 febbraio 2011 alle 09:07, ed è archiviato come Le interviste. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso RSS 2.0. Puoi pubblicare un commento o segnalare un trackback dal tuo sito. |