In 12 storie, tutte le sfaccettature del mondo degli scrittori.

Ho conosciuto questo libro, e molti degli autori che ci hanno scritto, grazie a un gruppo su Facebook in cui si promuove l’arte. È stata una bella scoperta, dagli scrittori alle loro storie, che sono state raccolte dalla casa editrice Draw Up, di Alessandro Vizzino.

Subito dopo la prefazione di Stefano Calicchio, è proprio Vizzino ad aprire le danze: godibile il suo noir su uno scrittore in crisi, e fotografa in pieno il sottotitolo della raccolta stessa, “il malessere economico e sociale attraverso i racconti di 14 autori”. Le pagine scorrono veloci, tutte le storie sono ben scritte, anche se alcune un po’ fuori tema. È il caso di Rossana Pessione, si evince che la protagonista del suo racconto sia una scrittrice da un solo, peraltro breve, periodo, mentre in altri casi, come Cassandra Nudo e Giovanni Garufi Bozza, l’arte della scrittura è usata come pretesto per parlare d’altro. L’unico punto in comune delle tre storie è che sono ben scritte, anche se Nudo mette in scena una vicenda forse un po’ forzata.

Particolare la scelta di Andrea Pelliccia che, come anche Giuseppe Virnicchi, focalizza l’attenzione sull’editoria a pagamento, con risultati diametralmente opposti. Poetica la storia di Cinzia Luigia Cavallaro, con una scrittrice in cerca d’ispirazione, che trova a contatto con la natura, mentre non va altrettanto bene allo scrittore di cui parla la poetessa Michela Zanarella, la quale fa una breve “incursione” nel campo della prosa. Si torna al noir con Edi Guselli, con un racconto che mi riporta a più di quindici anni fa: ai miei esordi scrissi qualcosa di molto simile, segno che vite diverse, con esperienze diverse, possono convergere sullo stesso punto nel mondo dell’arte.

Molto divertente Nicola Cavallini, che pur non introducendo scrittori in senso stretto, parla di uno “che scrive” e che, grazie alla sua penna, si gode una rivincita insperata. Una sorta di lieto fine, come nel racconto che termina la raccolta, di Stefano Vignaroli, dopo che tutto sembrava essersi messo per il peggio. Emanuele Properzi chiude con una breve postfazione il libro che vede come curatore editoriale Ciro Pinto, autore della storia, a mio avviso, più bella. Scelta ricaduta sulla sua “Una mano per scrivere” ma che vede, subito dietro, praticamente tutti gli altri scritti: il vero filo conduttore che ho ravvisato è la passione per l’arte e la scrittura, in grado di rendere ogni racconto degno di essere apprezzato.